n. 31 qui managua,
nicaragua...e dintorni

 

14 Dicembre 2009

agenzia stampa dell'associazione di amicizia e solidarietà italia-nicaragua
 da una idea di cesare ciacci
 collaborazione di :giorgio trucchi, toni moreschi, federica comelli, massimo angelilli, adriano cernotti
corrispondenze e foto dal nicaragua e dintorni di giorgio trucchi

 

Buone Feste !!!!

Il 22 dicembre di ventuno anni fa veniva ucciso Chico Mendes, sindacalista e ambientalista brasiliano che dedicò la vita alla difesa dell'Amazzonia e dei suoi abitanti. Oggi la sua eredità sembra svanita, come le migliaia di ettari di foresta bruciati ogni giorno.

qui managua, nicaragua è supplemento ed integrazione on line del bollettino bimestrale "NICARAHUAC - Nicaragua e dintorni"
edito dall'Associazione di amicizia e solidarietà Italia-Nicaragua. Dir. resp. Bruno Bravetti. Aut. Trib. di Bologna n.5289 del 5/9/1985. Come il bollettino offre aggiornamenti periodici sul Nicaragua, analisi politiche, attività e progetti dell'Associazione, oltre ad editoriali e notizie brevi. Il bollettino stampato si può ricevere per posta attraverso il tesseramento all'AIN, oppure contattandoci direttamente. I vari numeri sono accessibili anche on-line in formato Acrobat PDF sul sito www.itanica.org nella voce "Boll. Nicarahuac".
in questo numero

Il CIADI: Telecom Italia contro il Governo di Morales - di Rocco Santangelo / Cuba: porre fine all'embargo - Editoriale de la Jornada / Il mondo nelle mani peggiori: le multinazionali - di Carlos Amorín / Uruguay, vince l'ex tupamaro "Pepe" Mujica - di Marco Consolo / Realizzando la visione di Sandino - di Karla Jacobs / Inizia una nuova era in Salvador - di Luis Alegria /

Il CIADI: Telecom Italia contro il Governo di Morales - di Rocco Santangelo

Il CIADI è un istituto di diritto internazionale per dirimere controversie tra organismi 'multinazionali' e governi nazionali. Il suo compito ufficiale è garantire la certezza e la protezione degli investimenti sulla base degli impegni contratti dalle parti. Nella realtà, da quando è nato nel 1965 all'interno della Banca Mondiale, è divenuto uno dei maggiori strumenti per la limitazione della sovranità nazionale dei paesi a vantaggio degli interessi economici delle imprese multinazionali. Da un lato, è, infatti, vero che soprattutto durante crisi economiche, la sicurezza degli investimenti diventa elemento essenziale per garantire il continuo flusso di capitali da un paese all'altro e che il CIADI dovrebbe garantire o facilitare tale sicurezza. Dall'altro, è altrettanto vero che i paesi in via di sviluppo oggi competono tra loro riducendo impegni fiscali e sociali delle imprese per permettere che quegli stessi investimenti arrivino nei loro paesi. Spesso il risultato sono accordi che, di fatto, vincolano la loro sovranità o la svendono ad attori economici extra-nazionali. Quando e se un paese decide di rivedere tali accordi e possiede sufficiente capitale politico sul suo territorio per riequilibrarli, il CIADI diventa invece un ostacolo difficile da superare e che, come accaduto alla Bolivia, può costringere il paese ad uscirne.
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Cuba: porre fine all'embargo - Editoriale de la Jornada
I rappresentanti dei paesi che hanno partecipato alla Cumbre Iberoamericana che si è conclusa il 2 dicembre a Estoril, Portogallo, hanno condannato energicamente il blocco commerciale, economico e finanziario che gli Stati Uniti applicano a Cuba ormai da quarant'anni e hanno chiesto la sua fine. Questo pronunciamento è avvenuto circa un mese dopo che l'Assemblea delle Nazioni Unite aveva già condannato la politica statunitense per il diciottesimo anno consecutivo col solo voto contrario di Usa, Israele e Isole Palau. In quella sede, il ministro delle relazioni estere cubano, Bruno Rodriguez Parilla, aveva segnalato che dall'elezione del Presidente Obama, non c'è stato nessun cambiamento rispetto l'applicazione del blocco.
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Il mondo nelle mani peggiori: le multinazionali - di Carlos Amorín

Molti paesi nel mondo soffrono gli effetti di un'agricoltura industrializzata, impostata a favore di poche aziende multinazionali. I semi transgenici rappresentano la nave ammiraglia di questo sistema. Negli Stati Uniti, è stato appena presentato uno studio che valuta il risultato di tredici anni di coltivazione transgenica. Il che spinge a domandarsi: a casa nostra, come andiamo? Uno studio realizzato dal professor Charles Benbrook, attuale direttore dell'Organic Center, che è stato per sette anni direttore esecutivo del dipartimento di agricoltura della Accademia delle Scienze degli Stati Uniti, stabilisce che tra il 1996 ed il 2008, si seminarono in maniera massiccia in questo paese più di 3 milioni di ettari di terreno con coltivazioni transgeniche, la maggior parte con soia RR.
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Uruguay, vince l'ex tupamaro "Pepe" Mujica - di Marco Consolo

Montevideo. L'ex guerrigliero tupamaro Josè Mujica (popolarmente conosciuto come "el Pepe") è il nuovo Presidente dell'Uruguay. L'ex ministro d'economia, Danilo Astori è il suo vice. Il secondo mandato del governo del Frente Amplio (FA) si impone al ballottaggio del 29 novembre, dopo aver mancato la vittoria per un soffio (0,6%) lo scorso 25 ottobre ed aver ottenuto la maggioranza parlamentare per la seconda volta consecutiva, obiettivo mai raggiunto da nessuna forza politica nel Paese. Al secondo turno il FA vince con il 51,5% distante più di 7 punti dal candidato della destra , Luis Alberto Lacalle del Partito Nazionale con il 44%, nonostante una campagna elettorale piena di colpi bassi da parte dell'opposizione. E il primo governo frenteamplista del Presidente Tabarè Vazquez lascia con il più alto consenso della storia del Paese.
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Realizzando la visione di Sandino - di Karla Jacobs

Intervista con Pedro Haslam, Presidente dell'IDR e della FENIAGRO, In questa intervista Pedro Haslam parla degli alti e bassi del processo storico della formazione di cooperative in Nicaragua, da quando Augusto Sandino fondò la Centrale del Rio Coco fino al giorno d'oggi. Parla anche a fondo dei piani contingenti del Settore Pubblico Agropecuario Rurale, SPAR, per mitigare gli effetti della siccità provocata da Il Niño che si sono sentiti in vari municipi del nord, dell'ovest e centro del paese negli ultimi mesi.

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Inizia una nuova era in Salvador - di Luis Alegria

L'11 novembre del 1989 il movimento guerrigliero FMLN cominciò una battaglia denominata "hasta el tope y punto" ("fino al limite e punto") contro l'oligarchia salvadoregna e il suo esercito armato genocida e appoggiato dai gringos. Questo fu un atto eroico per il popolo salvadoregno che si organizzò e si armò per difendere la rivoluzione e un progetto di trasformazione sociale e politica del paese stesso. Su questa linea si chiuse un ciclo di rivolte che si era aperto in Centro America 12 anni prima: furono anni di lotta politica per le strade, ricevendo in cambio proiettili, sequestri, scomparse e morti. Furono necessari altri 12 anni di conflitto bellico per arrivare alla firma di pace tra la guerriglia più audace del continente e i gruppi legati al potere economico. Nella misura in cui l'esercito governativo non sconfisse la guerriglia, nonostante possedesse i migliori mezzi e armi di ogni tipo, nella stessa misura l'FMLN, che vinse con le armi, perse però sul piano della negoziazione, in accordo colla legge sociale che correla le forze in battaglia.
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