n. 34 qui managua,
nicaragua...e dintorni

 

13 Aprile 2010

agenzia stampa dell'associazione di amicizia e solidarietà italia-nicaragua
 da una idea di cesare ciacci
 collaborazione di :giorgio trucchi, toni moreschi, federica comelli, massimo angelilli
corrispondenze e foto dal nicaragua e dintorni di giorgio trucchi

qui managua, nicaragua è supplemento ed integrazione on line del bollettino bimestrale "NICARAHUAC - Nicaragua e dintorni"
edito dall'Associazione di amicizia e solidarietà Italia-Nicaragua. Dir. resp. Bruno Bravetti. Aut. Trib. di Bologna n.5289 del 5/9/1985. Come il bollettino offre aggiornamenti periodici sul Nicaragua, analisi politiche, attività e progetti dell'Associazione, oltre ad editoriali e notizie brevi. Il bollettino stampato si può ricevere per posta attraverso il tesseramento all'AIN, oppure contattandoci direttamente. I vari numeri sono accessibili anche on-line in formato Acrobat PDF sul sito www.itanica.org nella voce "Boll. Nicarahuac".
in questo numero

Nicaragua: l’ombra di DynCorp vola su Managua. Le mutazioni della destabilizzazione imperiale - da ARGENPRESS / Evo Morales chiede all’Onu di dichiarare l’acqua un diritto umano / UCCISO GIORNALISTA CHE AVEVA DENUNCIATO I LEGAMI DI URIBE CON I PARAMILITARI / Quello che Fassino non sa, e dovrebbe sapere, sull’America Latina - di Gianni Minà / Caricatura della democrazia in Colombia - di Juan Diego Restrepo / Honduras 5 giornalisti uccisi in un mese - di Stella Spinelli / Cuba apre sito online contro i media nemici / Messico: tentativo di criminalizzazione dell’Ezln. Pronunciamento dei gruppi solidali italiani /

Nicaragua: l’ombra di DynCorp vola su Managua. Le mutazioni della destabilizzazione imperiale - da ARGENPRESS

TORTILLA CON SAL - Non si può fare gli innocenti con i soldi degli Stati Uniti di fronte alla società civile nicaraguense; in ultima istanza, tutto obbedisce al piano politico militare di destabilizzazione e dominazione che viene applicato nei paesi dell’Alba come Venezuela e Bolivia. La strategia di destabilizzazione del Venezuela, documentata da Eva Golinger nel Codice Chávez, basata sull’installazione in questo paese di un ufficio di Iniziative di transizione, Oti, da parte di Usaid tramite la sub contrattista Dai, viene applicata in Nicaragua tramite il programma CamTrasparencia di Usaid tramite la multinazionale paramilitare DynCorp. Cambiano le sigle ma la strategia è la stessa.
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Evo Morales chiede all’Onu di dichiarare l’acqua un diritto umano
Il presidente Evo Morales ha proposto all’Onu di dichiarare l’acqua un diritto umano universale in occasione della Giornata mondiale per l’acqua. Morales ha dichiarato ai giornalisti che invierà un progetto per le prossime sessioni dell’Onu col proposito che “gli stati promuovano il rispetto di questo diritto e assicurino il suo riconoscimento e la sua applicazione”. Ha affermato che “ci sono milioni di persone che non hanno accesso all’acqua potabile” e ha chiesto l’appoggio “dei movimenti sociali del mondo per convincere i loro paesi affinché in sede Onu approvino questa dichiarazione sull’acqua”. La Giornata mondiale per l’acqua è stata istituita per rafforzare la coscienza sull’importanza di preservare la qualità dell’acqua perché il 90% delle acque di scarico o inquinate vengono disperse e questa contaminazione provoca più morti di qualsiasi guerra, secondo una relazione dell’Onu.
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UCCISO GIORNALISTA CHE AVEVA DENUNCIATO I LEGAMI DI URIBE CON I PARAMILITARI

Lo scorso 19 marzo il giornalista Clodomiro Castilla nella città di Montería, (dipartimento di Córdoba, al nord della Colombia) è stato assassinato da alcuni sicari nella sua casa situata a soli 200 metri da una stazione di polizia. Il giornalista, padre di quattro figli, era conosciuto per aver denunciato il paramilitarismo e le sue alleanze con élite regionali; lavorava da almeno 7 anni al programma mattutino di notizie dell'emittente La Voz de Montería (La Voce di Montería), dalle cui frequenze denunciava i legami fra politici e paramilitari di Córdoba. Recentemente Castilla aveva rivelato una conversazione tenuta dal direttore del quotidiano El Meridiano di Córdoba, Willian Sallet, con l'ex capo dei paramilitari colombiani (AUC), Salvatore Mancuso, attualmente detenuto per narcotraffico in un carcere degli Stati Uniti dopo l'estradizione dalla Colombia.
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Quello che Fassino non sa, e dovrebbe sapere, sull’America Latina - di Gianni Minà

Non mi stupisco che l’onorevole Fassino, ex segretario di coloro che si dicevano comunisti, sia stato il primo ad aderire all’appello di Pierluigi Battista sul Corriere della Sera perché venga intensificato l’assedio che gli Stati uniti, continuando la linea decisa da Bush Jr, hanno recentemente inasprito nei riguardi di Cuba, usando l’ambiguo argomento dei diritti umani. Fassino, come buona parte di quella che era la sinistra italiana, non ha mai capito molto dell’America latina, nè dei diritti delle popolazioni del Sud del mondo e delle loro battaglie per la sopravvivenza, per scrollarsi di dosso la prepotenza del mondo occidentale.
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Caricatura della democrazia in Colombia - di Juan Diego Restrepo

I narcopolitici e i “paras” hanno vinto Frodi, occultamenti e tutto un armamentario di violazioni della legge e della sovranità popolare nelle elezioni parlamentari. La macchina uribista a pieno ritmo. Tanti scandali tutti insieme lasciano un sapore amaro nella bocca dell’elettore colombiano. Dopo dieci di governo conservatore, è avanzato il paese in materia elettorale? “Siamo la forza più importante del paese”, ha dichiarato il candidato a presidente Juan Manuel Santos, ex Ministro della Difesa di Álvaro Uribe e capo del Partito della U, il vincitore delle elezioni legislative. La U ha conquistato il maggior numero di seggi nel Congresso, seguita dal Partito Conservatore, suo alleato di governo. Quella della scorsa domenica è stata una delle giornate elettorali più deludenti degli ultimi anni. Non solo perché sono state rielette le strutture tradizionali che appoggiano il presidente della repubblica ma anche per la quantità di fatti spiacevoli che costituiscono un tradimento dell’elettorato e dimostrano il fallimento totale del sistema. Inoltre, legittimano l’azione dei meccanismi politici che hanno prevalso sul cosiddetto “Voto di Opinione”.

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Honduras 5 giornalisti uccisi in un mese - di Stella Spinelli

Ecco il paese democratico decantato dalla Casa Bianca. Il Fronte contro il golpe denuncia che l'Honduras è tutt'ora una dittatura, repressiva e brutale. Cinque giornalisti morti ammazzati in un mese. Eccolo l'Honduras democratico di Porfirio Lobo, il paese acclamato dagli Usa dopo le elezioni di novembre, lo stato che avrebbe superato il golpe del 28 giugno 2009, grazie a una chiamata alle urne orchestrata dai medesimi golpisti. Eccolo il paese ormai pacificato, dove l'opposizione civile è costretta a continuare la conta dei morti. Sono 150 gli esponenti della società civile uccisi in esecuzioni extragiudiziali da quell'estate maledetta. E tutte sono avvenute per mano di squadroni della morte e paramilitari coordinati dal regime. Lo denunciano le Ong in difesa dei diritti umani. Lo grida al mondo il Fronte nazionale contro il golpe. Lo sussurrano, voce spezzata dal dolore, le famiglie delle vittime. Ma i mass media non ci sentono. O fingono di non sentire, di non vedere. Eppure la resistenza honduregna scende in piazza quasi ogni giorno. Manifesta, organizza sit-it, indice manifestazioni. E scatena la solidarietà internazionale, il supporto di tanti, ma anche l'indifferenza dei più. E il reparto repressivo del governo continua impunito la sua azione di sterminio di ogni voce fuori dal coro.
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Cuba apre sito online contro i media nemici (www.porcuba.org)

 

LA DICHIARAZIONE DA SOTTOSCRIVERE

In Difesa di Cuba 17 marzo 2010

 

A proposito della risoluzione dell’11 marzo del Parlamento Europeo su Cuba, noi, intellettuali, accademici, che lottiamo per la società, pensatori critici e artisti della Rete In Difesa dell'Umanità dichiariamo:

 

1.Che condividiamo la sensibilità mostrata dai parlamentari europei circa i prigionieri politici. Come loro, ci pronunciamo per l'immediata e incondizionata liberazione di tutti i prigionieri politici, in tutti i paesi del mondo, compresi quelli dell'Unione Europea.

 

2. Che ci rammarichiamo profondamente, come loro, per il decesso del prigioniero comune Orlando Zapata, ma non ammettiamo che la sua morte, la prima “… in quasi quarant’anni”, secondo lo stesso Parlamento, sia travisata a fini politici molto diversi e contrari a quelli della difesa dei diritti umani.

 

3. Che sollecitare “... le istituzioni europee affinché diano appoggio incondizionato e incoraggino senza riserve l'inizio di un processo pacifico di transizione politica verso una democrazia pluripartitica a Cuba” non è solo un atto di ingerenza che disapproviamo in virtù del nostro impegno sui principi di non intervento e di autodeterminazione dei popoli - difesi anche dall'ONU -, e contro la colonizzazione, ma presuppone anche un modello unico di democrazia che, di sicuro, si mostra ogni volta di più insufficiente e discutibile. La ricerca e l’approfondimento della democrazia implica, tra le altre cose, di superare i suoi livelli formali e di inventare nuove forme autenticamente rappresentative che non necessariamente sono ristrette al pluripartitismo che, come ben si sa, frequentemente cela il fatto che le decisioni sui grandi problemi mondiali sono prese unilateralmente da piccoli gruppi d’interesse con immenso potere, al di sopra del regime di partiti.

 

4. Che pretendere di giustificare un'intromissione negli affari politici interni del popolo cubano manipolando mediaticamente il caso di Orlando Zapata - delinquente comune e in nessun modo prigioniero politico -, coincide con le politiche anti-ribellione che si stanno applicando in America Latina per fermare o distorcere i processi di trasformazione emancipatrice che sono in corso, e si somma al criminale blocco al quale è stato sottoposto il popolo cubano, per il semplice fatto di non accettare imposizioni e di difendere il suo diritto a decidere il proprio destino con dignità e indipendenza.

 

5. Che condividiamo la preoccupazione mostrata dai parlamentari sul rispetto dei diritti umani a Cuba ma la estendiamo al mondo nella sua totalità. Così come li preoccupa il caso del delinquente morto (che non ha nessun antecedente simile in 40 anni), li invitiamo ad esigere la fine dell'occupazione di Gaza e della vessazione del popolo Palestinese, che ha provocato non uno ma migliaia di morti; dell'intervento in Iraq e in Afghanistan seminando morte e terrore in paesi e città; dei bombardamenti in quei luoghi con il pretesto di difendere la democrazia; la fine della doppia occupazione di Haiti; la chiusura della prigione di Guantanamo e la consegna di quel territorio a Cuba a cui appartiene; la restituzione delle isole Malvinas all'Argentina; e, ovviamente, la fine di un blocco che viola i diritti umani del popolo cubano e che può mettere in dubbio la qualità morale di chi esige un trattamento umano per un delinquente quando lo si nega a un popolo intero.

 

L'assillo economico e mediatico al quale è sottoposta Cuba, anche da prima del decesso del prigioniero comune Orlando Zapata, costituisce un attentato contro i diritti umani e politici di un popolo che ha deciso di percorrere una strada diversa.

 

Esigiamo rispetto per i processi interni del popolo cubano per definire ed esercitare la sua democrazia, e coerenza con i principi universali di non intervento accordati dalle Nazioni Unite

 

Red En defensa de la Humanidad

 

Per firmare questo appello: entrare nel sito web En defensa de Cuba www.porcuba.org

Messico: tentativo di criminalizzazione dell’Ezln. Pronunciamento dei gruppi solidali italiani


Comitato Chiapas "Maribel" Bergamo

Come Gustavo Esteva ha sottolineato dalle pagine de La Jornada, non possiamo ignorare quanto accaduto con la bufala diffusa dal quotidiano Reforma, che si inserisce nella precisa strategia contrainsurgente in atto da mesi in Chiapas nel tentativo di isolare il movimento zapatista colpendo la solidarietà internazionale che lo sostiene. Riteniamo quindi opportuno un pronunciamento dei gruppi italiani solidali con il movimento zapatista in Chiapas per ribadire con fermezza la nostra piena vicinanza e solidarietà. Vi prego di mandare al più presto possibile la vostra eventuale adesione come gruppo e/o associazione all'indirizzo maribel_1994@yahoo.it

Alla stampa italiana, stampa messicana, Frayba, JBG, Sexta International

Italia, 7 aprile 2010

Denunciamo il rozzo tentativo di criminalizzare l’EZLN ed il movimento zapatista, così come coloro che sostengono la lotta delle comunità indigene in resistenza del Chiapas, orchestrato attraverso il quotidiano messicano Reforma con la pubblicazione di una notizia palesemente falsa e costruita. Tutto questo altro non è che un’ulteriore aggressione nell’escalation di attacchi, persecuzioni, abusi e violenze scatenata negli ultimi mesi contro le comunità indigene in resistenza del Chiapas e contro gli attivisti dei diritti umani. E non ci stupisce l’azione codarda di criminalizzare, diffamare e isolare il movimento zapatista colpendo la solidarietà internazionale.

La nostra solidarietà non è occulta, da sempre è aperta e alla luce pubblica. Noi, come molti altri nel mondo, sosteniamo, e continueremo a farlo, le comunità zapatiste nello sviluppo del loro Sistema Autonomo di Educazione, di Salute, di Formazione, di Produzione. E così come denunciamo questa nuova aggressione, continueremo a denunciare ogni violazione dei diritti dei popoli ed ogni attacco al movimento zapatista.

Oggi più che mai proclamiamo apertamente la nostra solidarietà e appoggio all’EZLN, alle sue comunità ed alle vittime della repressione dei malgoverni e dei loro alleati.

Oggi più che mai, gli zapatisti non sono soli!

Firmano:

Comitato Chiapas “Maribel” di Bergamo

Consolato Ribelle del Messico di Brescia

Comitato Chiapas di Torino

Comitato Chiapas di Brescia

Progetto Dignidad Rebelde Roma

Associazione Villaggio Terra Roma

Associazione Italia Nicaragua

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