n. 45 qui managua,
nicaragua...e dintorni

12 Maggio 2011

agenzia stampa dell'associazione di amicizia e solidarietà italia-nicaragua
 da una idea di cesare ciacci
 collaborazione di :giorgio trucchi, toni moreschi, federica comelli, angela diterlizzi
corrispondenze e foto dal nicaragua e dintorni di giorgio trucchi

qui managua, nicaragua è supplemento ed integrazione on line del bollettino bimestrale "NICARAHUAC - Nicaragua e dintorni"
edito dall'Associazione di amicizia e solidarietà Italia-Nicaragua. Dir. resp. Bruno Bravetti. Aut. Trib. di Bologna n.5289 del 5/9/1985. Come il bollettino offre aggiornamenti periodici sul Nicaragua, analisi politiche, attività e progetti dell'Associazione, oltre ad editoriali e notizie brevi. Il bollettino stampato si può ricevere per posta attraverso il tesseramento all'AIN, oppure contattandoci direttamente. I vari numeri sono accessibili anche on-line in formato Acrobat PDF sul sito www.itanica.org nella voce "Boll. Nicarahuac".
in questo numero

«Isola dei famosi», l'insopportabile scarto tra reality show e realtà - di Anna Camposampiero / TLC Colombia-Usa: Un accordo da leone a scimmia - di Hedelberto Lopez Blanch / CHÁVEZ SBANDA PERICOLOSAMENTE, TRADISCE IL POPOLO COLOMBIANO E PUGNALA ALLE SPALLE I BOLIVARIANI / Andrés Tamayo (Fnrp): «Porfirio Lobo alla beatificazione è una vergogna» / AMERICA LATINA MA NON SOLO : SEMINARIO RESIDENZIALE / CUBA : Campagna Europea un milione di firme per la libertà dei Cinque / Autorità per l'acqua ennesima farsa per delegittimare il voto popolare

«Isola dei famosi», l'insopportabile scarto tra reality show e realtà - di Anna Camposampiero

È terminato il 26 aprile su Rai 2, il reality show “L’Isola dei Famosi”, la conduttrice, Simona Ventura, per far salire l’audience , si è anche recata personalmente sul set naturale, a Cayos Cochinos, in Honduras. Già, perché dal 28 giugno del 2009 lo “spettacolo” era stato spostato in Nicaragua causa “colpo di Stato nell’isola” (come recitava testualmente una nota sul sito del Rai). Inutile sottolineare l’ignoranza di un servizio di informazione ai cittadini che riduce uno Stato ad isola destinata ai teleutenti italiani. Ma per capire “a che punto siamo”, vale la pena ricordare che nel corso della prima puntata (il 14 febbraio scorso), l’ormai ex direttore della Rai in persona si è premurato di telefonare in diretta alla Ventura definendo la trasmissione “uno dei programmi di punta della televisione pubblica”, molto attenta (la Rai) alle operazioni di televoto, “tema che sta molto a cuore agli italiani”.
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TLC Colombia-Usa: Un accordo da leone a scimmia - di Hedelberto Lopez Blanch

Il presidente colombiano Juan Manuel Santos è ossessionato dall’idea di concludere l’opera iniziata dal suo predecessore Alvaro Uribe e cioè la firma del trattato di libero commercio, Tlc, tra il suo paese e gli Stati Uniti. Diligentemente Santos si è recato a Washington ai primi di aprile per dialogare col suo omologo Obama e con i rappresentanti della Camera e del Senato in vista di ottenere questo risultato. Le interviste e le conversazioni sono state molto amichevoli e Obama si è impegnato a ratificare l’accordo nel minor tempo possibile. Dal 2004, Uribe aveva fatto l’impossibile per concretizzare il Tlc senza escludere alcuna condizione posta dagli Usa e Santos si è messo nella stessa ottica. Un’analisi realizzata dal colombiano Carlos Andrés Rendon della Facoltà di scienze imprenditoriali e benefattore del TLC, contraddittoriamente riconosce gli enormi svantaggi che questo accordo rappresenta per il suo paese. Randon segnala che”la Colombia si trova in una situazione di notevole svantaggio rispetto agli Usa dal momento che dispone di una capacità di competenza e di produzione molto inferiore”. Altri svantaggi citati dallo stesso sono “la scarsa infrastruttura del paese andino per potere controllare e concludere un accordo con queste caratteristiche e le ripercussioni negative nei due settori essenziali dell’economia colombiana: l’agricoltura e la “Pimes”, piccola e media impresa.

CHÁVEZ SBANDA PERICOLOSAMENTE, TRADISCE IL POPOLO COLOMBIANO E PUGNALA ALLE SPALLE I BOLIVARIANI

Piovono pietre su Chávez da ogni angolo del Venezuela e da diversi continenti e trincee di resistenza, e se le merita tutte. Quelle dei settori democratici, bolivariani e rivoluzionari colombiani, traditi da un ex-bolivariano che ha indossato in tempi record le vesti pestilenti di Santander (colui che tradì il progetto del Libertador di costruzione della Patria Grande latinoamericana), e umiliati nel più profondo della loro memoria storica (la consegna del giornalista Joaquín Becerra, superstite del massacro dell’Unión Patriótica per mano dell’oligarchia di cui il presidente venezuelano è diventato ‘compagno di merende’, è un affronto imperdonabile). Quelle di moltissimi soggetti della sinistra e delle forze antimperialiste latinoamericane, europee, australiane e via dicendo, che vedevano in Chávez un bastione di resistenza, denuncia e coerenza contro l’imperialismo nord-atlantico, e che di colpo si rendono conto che questa percezione va rivista e necessariamente messa in discussione. E quelle di gran parte del movimento bolivariano venezuelano, dalle organizzazioni popolari dei quartieri storici di Caracas come il ‘23 de Enero’ al Partito Comunista, passando per le associazioni di artisti ed intellettuali, contadini e lavoratori, sindacati e collettivi.
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Andrés Tamayo (Fnrp): «Porfirio Lobo alla beatificazione è una vergogna»

Il Lupo dell’Honduras nel gregge di Papa Wojtyla - di Anna Camposanpiero
In occasione della beatificazione di Papa Giovanni Paolo II, è atteso in Italia Porfirio Lobo (lobo vuol dire lupo), presidente illegittimo dell’Honduras, in cui si sta vivendo ancora oggi una realtà fatta di repressione e violazioni quotidiane dei diritti umani. «Una vergogna per molte ragioni - commenta, senza mezzi termini, padre Andrés Tamayo*, del Frente Nacional de Resistencia Popular (Fnrp), anch’egli in Italia per un giro di incontri - Prima di tutto rivela il vincolo che esiste in Honduras tra gli autori del golpe e il potere clericale, inteso come gerarchia ecclesiastica. In secondo luogo è evidente che Lobo vuole usare questa occasione per darsi un’immagine diplomatica di uomo di pace, o di riconciliatore, come dicono i golpisti. Vuole dimostrare che presiede un governo cristiano. Mi chiedo come possa assistere alla beatificazione presentandosi come buon cristiano quando nel mio paese usa repressione, tortura, permette l’impunità. Lobo vuole autosantificarsi sfruttando questa occasione, mentre ha le mani sporche di sangue del mio popolo
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AMERICA LATINA MA NON SOLO : SEMINARIO RESIDENZIALE

organizzato da FONDAZIONE NENO ZANCHETTA
Il seminario di quest’anno approfondirà ma anche amplierà i temi già trattati lo scorso anno che erano sostanzialmente un esame dello sviluppo dei movimenti indigeni e delle loro politiche del “buen vivir” e una analisi della odierna realtà latinoamericana con particolare riguardo alla situazione nei tre paesi, Bolivia, Ecuador e Venezuela, che sembrano guidare la ricerca di soluzioni alternative alle politiche economiche e sociali neoliberiste. La situazione politica latinoamericana è di nuovo in forte movimento, dal Messico all’estremo sud, ma anche quella mondiale non è da meno. I tre paesi latinoamericani sopra citati hanno vissuto in questi mesi momenti critici e l’idillio fra i relativi governi e i loro sostenitori ha vissuto momenti di forte crisi nei primi due (il “gasolinazo” di dicembre in Bolivia e il prolungato stato di scontro fra governo e movimenti indigeni in Ecuador) ma anche la situazione venezuelana presenta nuovi interrogativi e timori dopo le elezioni del settembre 2010. La delicata trasformazione in atto a Cuba, il ruolo sempre più determinante del Brasile nel subcontinente Sud, il progressivo deterioramento della situazione in Messico meritano pure una attenta riflessione. Ma anche a livello mondiale stiamo assistendo a nuove situazioni che non possono non trovare spazio nella nostra analisi per i riflessi che hanno sia sulla nostra situazione che su quella latinoamericana, dalle ribellioni nel mondo arabo ai nuovi profili geopolitici che si delineano nonché ai problemi ardui di una transizione verso nuovi paradigmi e nuovi equilibri. Mentre perdurano le crisi recenti e tuttora in atto (economico-finanziaria, energetica, climatica) e si aggrava il problema delle emigrazioni di massa, altre crisi emergono, a partire da quella alimentare sempre più minacciosa. Il seminario non vuole essere una analisi dall’esterno della situazione in una regione del mondo cui da sempre rivolgiamo attenzione e sguardi di speranza ma vuole essere anche una riflessione sul nostro modo di leggere e di partecipare agli eventi che ci coinvolgono. Come al solito parteciperanno con noi alla riflessione amici latinoamericani (Manuel Rozental e Raquel Gutierrez) mentre altri si collegheranno in teleconferenza (Gustavo Esteva, Jean Robert, Raul Zibechi…) e vecchi e nuovi partecipanti italiani al seminario, da Rodrigo Rivas a Antonio Moscato e ai molti altri, porteranno la loro esperienza assieme naturalmente a quella di tutti i presenti. Al seminario sono già iscritte circa 30 persone nella quasi totalità partecipanti ai precedenti seminari e le iscrizioni si chiuderanno al raggiungimento di 50 partecipanti. Le spese di partecipazione resteranno quelle dello scorso anno se raggiungeremo detto numero di presenze come crediamo, e precisamente: 60 E per spese di iscrizione per coprire i costi generali, da versare al momento dell’iscrizione; vitto (colazione, pranzo e cena) e alloggio con pernottamento in camera (senza distinzione se singola, doppia o tripla) E 45 cad per giornata intera (es se uno arriva la sera precedente, cioè l’8, e riparte nel pomeriggio della domenica l’ammontare è di 135 E trattandosi di 3 giorni completi). La cifra giornaliera è ridotta a 35 E per chi pernotterà in camerata (camerate da 3 letti a castello e quindi 6 persone totali per camerata).
PER ULTERIORI INFORMAZIONI : aldozanchetta@gmail.com
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CUBA : Campagna Europea un milione di firme per la libertà dei Cinque

Cari compagni,
abbiamo ricevuto dall'Ambasciata di Cuba in Italia e facciamo nostro l'appello dell'Ambasciata per una mobilitazione straordinaria a favore dei Cinque. Entro il mese di giugno il tribunale di Miami dovrà decidere rispetto l' "habeas corpus" di Gerardo Hernández, che rappresenta l'ultima possibilità di rivedere in sede giudiziaria le condanne a due ergastoli più 15 anni che ha ingiustamente subito. Già si ha notizia del parere contrario del Governo degli Stati Uniti alla presa in considerazione della richiesta di Gerardo. Se ancora non fosse sufficientemente dimostrato, quest'ultima presa di posizione chiarisce definitivamente il carattere esclusivamente politico dei processi a cui sono stati sottoposti i Cinque. E' necessario inondare Barak Obama con le firme in calce all'appello che vi alleghiamo. Solo una grande e straordinaria mobilitazione può rimettere in discussione le sentenze comminate dalla serie di processi farsa. Raccogliamo, quindi, più firme possibili. Le firme possono essere espresse anche per via telematica all'indirizzo www.libertadparaloscinco.org.es , nella parte destra della pagina di apertura, nel riquadro "Campagna Europea un milione di firme per la libertà dei Cinque", indicando cognome e nome (nombre y apellidos); documento di identità (DNI, ma è facoltativo); indirizzo di posta elettronica (correo electrónico); città (ciudad); provincia (provincia); nazione (país); organizzazione (organización).
Sergio Marinoni, presidente
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Autorità per l'acqua ennesima farsa per delegittimare il voto popolare

Il Comitato Referendario 2 Sì per l'Acqua Bene Comune apprende dalle dichiarazioni odierne del Ministro Tremonti l'intenzione di inserire nel decreto legge per lo Sviluppo Economico un provvedimento istitutivo dell'Autorità per l'acqua. È palese il tentativo di depotenziare i referendum contro la privatizzazione dei servizi idrici del prossimo giugno. A Governo e maggioranza diciamo chiaramente che tanto dal punto di vista del metodo, quanto da quello del merito anche questo tentativo si rivelerà per quello che è: una farsa ideata al solo scopo di delegittimare il voto popolare. Il re è ancora una volta nudo: si richiama al popolo ad ogni occasione ma fugge a gambe levate quando il popolo può davvero pronunciarsi su temi essenziali per la vita e la società. Anche questa volta non ci riusciranno, il 12 e il 13 giugno tutte e tutti a votare per l'acqua bene comune.


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