n. 49 qui managua,
nicaragua...e dintorni

10 Ottobre 2011

agenzia stampa dell'associazione di amicizia e solidarietà italia-nicaragua
 da una idea di cesare ciacci
 collaborazione di :giorgio trucchi, toni moreschi, federica comelli, angela diterlizzi, manuela canavesi
corrispondenze e foto dal nicaragua e dintorni di giorgio trucchi

qui managua, nicaragua è supplemento ed integrazione on line del bollettino bimestrale "NICARAHUAC - Nicaragua e dintorni"
edito dall'Associazione di amicizia e solidarietà Italia-Nicaragua. Dir. resp. Bruno Bravetti. Aut. Trib. di Bologna n.5289 del 5/9/1985. Come il bollettino offre aggiornamenti periodici sul Nicaragua, analisi politiche, attività e progetti dell'Associazione, oltre ad editoriali e notizie brevi. Il bollettino stampato si può ricevere per posta attraverso il tesseramento all'AIN, oppure contattandoci direttamente. I vari numeri sono accessibili anche on-line in formato Acrobat PDF sul sito www.itanica.org nella voce "Boll. Nicarahuac".
in questo numero

Nicaragua: “Retos del Milenio”, la sfida dei candidati presidenziali / Elezioni in Guatemala: un laboratorio per pensare alla situazione latinoamericana - di PABLO STEFANONI (CLARÍN) / Bolivia: test di appoggio popolare al governo - di PABLO STEFANONI (CLARÍN) / RITIRARE LE FORZE D’OCCUPAZIONE DA HAITI - di RAÚL ZIBECHI / NUOVI MODELLI DI DOMINAZIONE - di MANUEL ROZENTAL / VERSO IL 15 OTTOBRE – LO STATO DELL’ARTE E LE COSE DA FARE - di Luciano Muhlbauer / ADERIAMO FIRMIAMO E SOSTENEMO LA CAMPAGNA PER IL CONGELAMENTO DEL DEBITO ITALIANO

Nicaragua: “Retos del Milenio”, la sfida dei candidati presidenziali

Dato che in Nicaragua le occupazioni precarie e informali corrispondono a quasi due terzi del totale, lo sforzo per ridurre questa percentuale dovrebbe essere molto più grande. Di fatto, questa è la vera sfida per ridurre la povertà in Nicaragua, sostiene l'economista Adolfo Acevedo.
I programmi di governo presentati da quattro dei cinque partiti politici candidati all'attuale campagna elettorale includono la riduzione della povertà e la creazione di nuovi posti di lavoro, però nessuno entra nello specifico su come affrontare queste problematiche. In una recente analisi delle “Sfide del millennio” per il Nicaragua, l'economista Adolfo Acevedo Vogl ci offre una panoramica del paese per quanto riguarda la situazione della povertà e della disoccupazione e di ciò che bisognerebbe fare per raggiungere gli obiettivi stabiliti per risolvere entrambi i problemi. Per esempio, inizia Acevedo: “Bisogna tener conto del fatto che gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM) sono obiettivi minimi, pensati per i paesi più poveri del pianeta. Sono stati stipulati nel 2000, ma la linea base utilizzata per misurare la riduzione della povertà non è stata quella del 2000 bensì quella del 1990, ben 10 anni prima. Ovverosia, per facilitarne il raggiungimento non si è stabilito di ridurre la povertà estrema alla metà dei livelli del 2000, ma alla metà dei livelli di dieci anni prima.” “Se l'obiettivo fosse stato quello di ridurre la povertà del 50% rispetto ai livelli di povertà estrema del 2000, sarebbe risultato troppo difficile da raggiungere, un vero problema per chi vincerà le elezioni il prossimo 6 novembre” segnala Acevedo. Citando i dati della Commissione Economica per l'America Latina (CEPAL), l'economista segnala che la percentuale di persone che, in Nicaragua, sopravvivono con meno di un dollaro al giorno (calcolo in base ad una parità di potere di acquisto) nel 2000 era pari al 19.4%. Raggiungere l'obiettivo della riduzione del 50% significherebbe quindi arrivare ad abbassare la percentuale al 9.7. “Si è scelto invece di partire dai dati del 1990, quando la percentuale di popolazione che sopravviveva con meno di un dollaro al giorno era pari al 32.5%. Così facendo, l'obiettivo si raggiunge con una percentuale del 16.25%” spiega Acevedo. Sempre riferendosi ai dati del CEPAL, lo specialista dichiara che la percentuale di nicaraguensi che, nel 2005, sopravvivevano con meno di un dollaro al giorno era del 15.8%. “Si nota subito, quindi, che l'obiettivo di dimezzare la percentuale di povertà estrema, rispetto ai valori del 1990, in realtà è già stato raggiunto nel 2005!”
segue su itanica.org

 

Elezioni in Guatemala: un laboratorio per pensare alla situazione latinoamericana - di PABLO STEFANONI (CLARÍN)
Un’analisi delle recenti elezioni in Guatemala pubblicata in queste pagine, (Guatemala Elecciones en Guatemala: más de lo mismo Marcelo Colussi16-09-2011) ha suscitato commenti che vorrei riprendere. In particolare alcune domande di Juan Gaudenzi dal Messico. Cominciamo a citarlo testualmente: “Brillante analisi della congiuntura e del contesto socio economico e politico nazionale. La grande domanda cui mi sarebbe piaciuto trovare una risposta è: perché un paese con una popolazione composta per il 60% da indigeni e con un elettorato prevalentemente indigeno, partecipa in misura massiccia alle elezioni scegliendo tra una gamma di bianche di destra (razzisti, discriminatori, escludenti…)? Quest’aberrazione vede il proletariato eleggere periodicamente lo sfruttatore capitalista. Perché l’unica candidata indigena (di sinistra) ottiene appena il 3% dei voti? Perché gli indigeni guatemaltechi non pensano che uno del proprio sangue possa governare il paese come in Bolivia? A che punto è arrivata l’alienazione delle popolazioni native che hanno perduto ogni fiducia in loro stessi!

Bolivia: test di appoggio popolare al governo - di PABLO STEFANONI (CLARÍN)

In meno di due mesi, il presidente Evo Morales ha dovuto fare retromarcia su due questioni che il governo riteneva non negoziabili. Lo scorso dicembre si è visto obbligato a derogare il decreto del “gasolinazo” a causa delle proteste che si andavano estendendo e, alla fine di settembre ha annunciato la sospensione del tracciato della strada che avrebbe dovuto attraversare il territorio indigeno parco nazionale Isidoro Secure, Tipnis, dopo un’inspiegabile repressione politica che, secondo quanto dichiarato da Morales, non aveva ordinato e che considera imperdonabile. Le immagini diffuse dalla televisione riguardanti poliziotti che picchiavano indigeni li ammanettavano e gli tappavano la bocca, sono difficili da digerire per un governo popolare insieme alle dimissioni per protesta del ministro della Difesa Cecilia Chacon.
segue su itanica.org

RITIRARE LE FORZE D’OCCUPAZIONE DA HAITI - di RAÚL ZIBECHI

Questa settimana il Senato di Haiti si è pronunciato all’unanimità in favore del ritiro di tutte le truppe d’occupazione della Missione delle Nazioni Unite per la Stabilizzazione di Haiti (Minustah) a partire dal 15 ottobre del 2012. Una seconda risoluzione chiede una riparazione per le 6.200 vittime del colera provocato dalla missione e per le centinaia di persone che hanno subito aggressioni sessuali. Questa risoluzione, alla quale non è obbligatorio aderire da parte del Potere Esecutivo, è stata presa in piena crisi politica e sociale, con manifestazioni giornaliere contro la presenza della Minustah. La diffusione in youtube.com di immagini nelle quali si vedono soldati uruguaiani mentre violentano un giovane haitiano, ha scatenato un’ondata di proteste guidate dagli studenti che esprimono il ripudio della società nei confronti delle truppe d’occupazione. I responsabili della missione, in particolare il governo del Brasile, hanno optato per un ritiro graduale dall’isola, cosa che implica il riconoscimento tacito del suo completo fallimento. La Minustah è composta da più di 12.000 soldati e poliziotti, che per il 40 % provengono da nove paesi latinoamericani, la maggior parte dei quali con governi che si autodefiniscono progressisti. I due maggiori contingenti, con più di mille militari ognuno, sono quelli del Brasile, che dirige la missione, e dell’Uruguay.
segue su itanica.org

NUOVI MODELLI DI DOMINAZIONE - di MANUEL ROZENTAL

In America Latina è in costruzione un nuovo modello di dominazione, più sofisticato e raffinato, dove entro certi limiti alla violenza si sostituisce il condizionamento psicologico. Un tema che Raul Zibechi sta indagando col suo acuto lavoro di ricercatore sociale e che sviluppa nel libro “Territori in Resistenza” di prossima pubblicazione in Italia (Nova Delphi). Queste nuove tecniche sono ormai applicate anche come complemento alle azioni di guerra, come nel caso dell’Irak. Un tema di grande attualità anche se ignorato dai media, sul quale ritorneremo. Qui proponiamo un testo di Manuel Rozental sulla Colombia.
MACHISMO, TERRA E PACE PER IL LIBERO COMMERCIO- 5 settembre 2011 – Manuel Rozental è medico chirurgo, accompagna da vari anni il processo del “Tessuto per la Comunicazione e le Relazioni Estere, per la Verità e la Vita”, dell’Associazione dei Consigli Indigeni del Nord del Cauca (ACIN). In Italia Manuel è conosciuto per il suo lavoro con la Rete Italiana di Solidarietà con la Colombia e per essere stato uno degli animatori dei Seminari America Latina 1910 e 1911 della Fondazione Neno Zanchetta - 01 settembre 2011 - Traduzione di Gaia Capogna
segue su itanica.org

VERSO IL 15 OTTOBRE – LO STATO DELL’ARTE E LE COSE DA FARE - di Luciano Muhlbauer

Infine, la famosa-famigerata lettera “confidenziale” della Banca centrale europea, invocata dal governo Berlusconi per giustificare la pesantissima manovra di ferragosto, comprensiva dell’ignobile articolo 8, è saltata fuori. Il Corriere della Sera l’ha pubblicata stamattina e, nel caso a qualcuno fosse sfuggita, la riproduciamo in calce a queste righe nella traduzione italiana. Consigliamo vivamente la sua lettura, perché nella sua essenzialità imperativa le ragioni della giornata europea di mobilitazione del 15 ottobre si rinnovano e si rafforzano. Anzitutto, colpisce la disinvoltura con la quale l’attuale e il futuro presidente della Bce, cioè Jean-Claude Trichet e Mario Draghi, dettano al capo del governo di un paese sovrano le scelte politiche da adottare. Per carità, lo sapevamo già come vanno queste cose, perché Grecia, Portogallo ecc. stanno lì a ricordarcelo, ma quando vedi questo metodo applicato al tuo paese fa un’altra effetto. Ebbene sì, perché c’è qualcosa che non va in questo tipo di rapporto tra una banca e un governo e un parlamento. Vi ricordate di tutte le analisi critiche della globalizzazione liberista, in materia di democrazia e sovranità popolare, che abbiamo fatto da Marcos e Genova in poi?
segue su itanica.org

ADERIAMO FIRMIAMO E SOSTENEMO LA CAMPAGNA PER IL CONGELAMENTO DEL DEBITO ITALIANO


Continuano a farci credere che per uscire dal debito dobbiamo accettare manovre lacrime e sangue che ci impoveriscono e demoliscono i nostri diritti. Non è vero. La politica delle manovre sulle spalle dei deboli è voluta dalle autorità monetarie europee come risultato della speculazione. Ma è intollerabile che lo Stato si adegui ai ricatti del mercato: la sovranità appartiene al popolo, non al mercato!

Esiste un'altra via d'uscita dal debito. E' la via del congelamento e se la condividi ti invitiamo a firmare e a diffondere questo documento, affinché si crei una grande onda che dica basta alle continue manovre che distruggono il tessuto sociale. Il problema del debito va risolto alla radice riducendone la portata. Non è vero che tutto il debito va ripagato, il popolo ha l'obbligo di restituire solo quella parte che è stato utilizzata per il bene comune e solo se sono stati pagati tassi di interesse accettabili. Tutto il resto, dovuto a ruberie, sprechi, corruzione, è illegittimo e immorale, come hanno sempre sostenuto i popoli del Sud del mondo.

Per questo chiediamo un'immediata sospensione del pagamento di interessi e capitale, con contemporanea creazione di un'autorevole commissione d'inchiesta che faccia luce sulla formazione del debito e sulla legittimità di tutte le sue componenti. Le operazioni che dovessero risultare illegittime, per modalità di decisione o per pagamento di tassi di interesse iniqui, saranno denunciate e ripudiate come già è avvenuto in altri paesi.

La sospensione sarà relativa alla parte di debito posseduto dai grandi investitori istituzionali (banche, assicurazioni e fondi di investimento sia italiani che stranieri) che detengono oltre l'80% del suo valore. I piccoli risparmiatori vanno esclusi per non compromettere la loro sicurezza di vita.

Contemporaneamente va aperto un serio e ampio dibattito pubblico sulle strade da intraprendere per garantire la stabilità finanziaria del paese secondo criteri di equità e giustizia.

Almeno cinque proposte ci sembrano irrinunciabili: 

  • riforma fiscale basata su criteri di tassazione marcatamente progressiva;
  • cancellazione dei privilegi fiscali e seria lotta a ogni forma di evasione fiscale; 
  • eliminazione degli sprechi e dei privilegi di tutte le caste: politici, alti funzionari, dirigenti di società;
  • riduzione delle spese militari alle sole esigenze di difesa del paese e ritiro da tutte le missioni neocoloniali;
  • abbandono delle grandi opere faraoniche orientando gli investimenti al risanamento dei territori, al potenziamento delle infrastrutture e dell'economia locali, al miglioramento dei servizi sociali col coinvolgimento delle comunità.

Attorno a queste poche, ma concrete rivendicazioni, è importante avviare un dibattito quanto più ampio possibile, partecipando al forum appositamente costituito all'indirizzo www.cnms.it/forum

Se poi l'onda crescerà, come speriamo, decideremo tutti insieme come procedere per rafforzarci e ottenere che questa proposta si trasformi in realtà.

Francuccio Gesualdi , Aldo Zanchetta, Alex Zanotelli, Bruno Amoroso, Antonio Moscato, Alberto Zoratti, Claudia Navoni, Rodrigo A.Rivas, Giorgio Riolo, Roberto Bugliani, Luigi Piccioni, Michele Boato, Carlo Contestabile Ciaccio, Roberto Fondi, Roberto Mancini, Gianni Novelli, Achille Rossi, Paolo Cacciari, Maurizio Fratta, Fabio Lucchesi, Lorenzo Guadagnucci, Nadia Ranieri, Paola Mazzone, Enrico Peyretti, Gaia Capogna, Francesco Amendola, Uberto Sapienza, Manuela Moschi, Mauro Casini, Roberto Viani, Michela Caniparoli, Franco Fantozzi, Franco Nolli

http://www.cnms.it/campagna_congelamento_debito

 

In ottemperanza alla legge sulla privacy italiana, si segnala che qui managua, nicaragua viene spedito ad indirizzi già presenti sul web o registrati sul nostro sito per un periodo di prova di 5 numeri. Chi volesse sospendere da subito la ricezione delle mail può farlo cliccando qui di seguito: sospendi invio lasciando l'oggetto ed il testo del messaggio vuoti. Durante i primi 5 lanci per continuare a ricevere le mail dopo il periodo di prova sarà necessario registrarsi gratuitamente sul sito www.itanica.org Tutti i contenuti linkati sono a responsabilità e copyright dei siti collegati. I dati sensibili relativi alla legge sulla privacy sono tutelati in ottemperanza alla legge 675/96 e dal dpr 318/99. Il contenuto del sito può essere liberamente citato, linkato ed anche copiato (a patto si citi qui managua, nicaragua e l'Autore come fonte - vedi Creative Commons License). Per qualunque altra informazione o richiesta particolare scrivere a: redazione.news@itanica.org