El Salvador-Di criptovalute e fagocitazione della democrazia

Di criptovalute e fagocitazione della democrazia

Bukele manda in pensione centinaia di giudici e si assicura una nuova candidatura presidenziale. Forti proteste in capitale
Managua, 29 settembre (di Giorgio Trucchi | LINyM)

Il bicentenario dell’indipendenza centroamericana (15/9) è stata l’occasione per diversi settori della società salvadoregna di scendere in piazza e protestare contro varie misure adottate dal governo di Nayib Bukele.

“Nel giorno in cui si commemora il bicentenario dell’indipendenza, lavoratori e lavoratrici protestano contro un regime autoritario, guidato dal clan Bukele, che smantella le istituzioni democratiche sorte con gli Accordi di pace e governa attraverso la corruzione, l’abuso di potere e l’impunità”, scrive il Blocco di resistenza e ribellione popolare nel suo manifesto alla nazione.

Questo spazio di lotta, che riunisce una vasta gamma di organizzazioni sociali, popolari e sindacali, si dichiara in resistenza contro “lo sporco business del bitcoin, l’alto costo della vita, i licenziamenti di massa, la rielezione presidenziale, le riforme costituzionali regressive, la persecuzione politica dell’opposizione, il licenziamento arbitrario e forzato di giudici e magistrati e l’imposizione illegale di funzionari usurpatori”.

Respinge anche le vessazioni nei confronti dei giornalisti, la mancanza di trasparenza, l’occultamento di informazioni pubbliche, l’abuso di potere, i tentativi di colpo di Stato e la strumentalizzazione delle Forze armate e della Polizia nazionale civile.

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Lettera aperta al Nicaragua Libero e al Mondo intero

Il Nicaragua vuole pace e vuol essere lasciato in pace
Lettera aperta al Nicaragua Libero e al Mondo intero

Sono Herman Van de Velde, di origine belga, lavoro da 38 anni in e dal Nicaragua nell’area socio-educativa. Questa testimonianza scaturisce dal mio profondo sentire e pensare, analizzando criticamente la situazione che stiamo vivendo e i sogni che stiamo concretizzando in Nicaragua: lasciateci costruire insieme un futuro di sempre migliore qualità di Vita per tutte e tutti le/i nicaraguensi di buona volontà.

Dal 2007, in questo Paese si stanno sviluppando progetti socio economici mai visti prima nella nostra storia: energia, acqua potabile, case popolari, strade asfaltate/in terra battuta e vie cittadine, educazione gratuita con incremento della qualità dell’apprendimento (formazione iniziale e aggiornamento permanente dei docenti; programmi nutrizionali per gli studenti di tutte le scuole pubbliche [n.d.r.: lo Stato fornisce alimenti alle scuole per offrire un pranzo gratuito agli allievi]; zaino scolastico con libri di testo e materiale didattico gratuito per tutti i bambini che frequentano queste scuole; aumento salariale del 450% a partire dal 2007 fino ad ora; programmi come, ad esempio, quello di Consulenza di comunità educative, che coinvolge e supporta il nucleo famigliare nel percorso educativo) e possibilità di frequenza sia in città che nelle campagne (scuola materna, scuola elementare e media, superiore, università nelle zone rurali); servizio sanitario gratuito attraverso un sistema comunitario di salute (ambulatori, centri sanitari, cliniche mobili, ospedali in tutto il Paese); possibilità ricreative e di esercitare sport in tutti i municipi; lotta alla povertà mediante il sostegno alla produzione con programmi quali “usura zero” e “fame zero”, appoggio alla micro/piccola/media impresa, incentivando l’economia popolare (promozione di mercati locali/fiere e microcredito) …. e altro, molto altro, stabilendo anche priorità nei confronti delle donne, supportandole nei loro vari programmi di sovvertimento di problematiche strutturali, quali la violenza sessuale e la prevenzione come risposta ad emergenze di qualsiasi tipo.

Al momento solo l’FSLN ha presentato e diffuso un programma integrale di lotta alla povertà per i prossimi 5 anni. Non vedo in questo Paese altra proposta politica, in vista delle elezioni del prossimo novembre, che possa garantire la continuità nella realizzazione di una sempre migliore qualità di Vita per tutto il nostro popolo.

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Nicaragua-La nuova contra

La nuova contra
Miguel Necoechea     
9-7-2021
Gli ex-sandinisti hanno tradito i loro principi rivoluzionari da un quarto di secolo. 

Negli ultimi dieci giorni gli ex-sandinisti sono stati incarcerati per aver violato la legge, non per essere degli oppositori. Le agenzie di stampa internazionali si sono avvalse del loro passato rivoluzionario per confondere l’opinione pubblica mondiale. 

Facciamo storia. 

Gli ex-sandinisti hanno tradito i loro principi rivoluzionari da un quarto di secolo.  Quando ancora militavano nel FSLN, chiedevano la rinuncia al socialismo, al sandinismo ed alla politica antimperialista del partito. 
Essendo stata sconfitta la loro posizione nel Congresso Straordinario del 1994, uscirono dalle file del FSLN per fondare ciò che chiamarono Movimento Rinnovatore Sandinista (MRS). 
Quanti defezionarono erano una minoranza nel Congresso del FSLN, non contando sul favore delle basi sandiniste autentiche. 
All’epoca, però, in gran parte erano dirigenti del FSLN. I dissidenti avevano ricoperto alte cariche nel Governo e nel partito nel decennio degli anni ‘80, motivo per cui furono candidati a deputati nelle elezioni del 1990. 
Il risultato fu che la maggioranza dei deputati eletti del FSLN provenisse in definitiva dal piccolo gruppo dissidente. 
Come deputati ormai del MRS, nel 1995 stabilirono un patto con la destra neoliberista per riformare la Costituzione, eliminando da questa il diritto alla salute e all’educazione gratuite, legalizzando la privatizzazione dei servizi pubblici, istituendo il ballottaggio elettorale, limitando la rielezione presidenziale, e perfino stabilendo il voto qualificato per scegliere i magistrati. 
I rinnovatori, sempre più a destra e più collusi con gli interessi statunitensi, nelle elezioni del 2008, 2011, 2012 e 2016, appoggiarono apertamente i candidati della destra neoliberista nicaraguense. 
Nella loro smania di distruggere il FSLN arrivarono all’estremo di partecipare a riunioni antisandiniste, presiedute dai controrivoluzionari cubani a Miami, dai quali ricevettero appoggio, e parteciparono attivamente all’elaborazione del Nica Act, promosso da Ted Cruz ed Ileana Ross-Lehtiner, ambedue di origine cubana e membri del Congresso statunitense per la Florida, legge che in sostanza imponeva sanzioni economiche draconiane al popolo del Nicaragua. 
In seguito, con l’appoggio di questi e degli Stati Uniti, si dedicarono al compito di preparare una rivolta ispirata alle primavere create da Hillary Clinton, che sarebbe culminata col rovesciamento del Governo legittimo del presidente Daniel Ortega. 

Così, durante il fallito tentativo di colpo di stato, serrarono i ranghi coi gruppi e leader di destra che chiedevano l’intervento degli yankee e si misero alla testa delle azioni armate controrivoluzionarie portate avanti tra aprile e luglio di quell’anno, utilizzando come facciata agli occhi del mondo i giovani autoconvocati, carne da cannone dei rinnovatori, azioni che grazie al finanziamento di USAID e NED tramite la Fondazione Violeta Barrios de Chamorro, Funides, CINCO ed altre in Nicaragua, ressero per diversi mesi. Fra i propositi dei rinnovatori, quello di farsi incarcerare dal Governo legittimo, in modo da sollecitare l’intervento degli Stati Uniti, compreso quello militare, adducendo una presunta frode elettorale nel 2016, violazioni dei diritti umani e della libertà d’espressione.  Continua a leggere

Gruppi statunitensi della solidarietà verso il Nicaragua

Questa è la lettera aperta che gruppi statunitensi della solidarietà verso il Nicaragua hanno promosso, chiedendo di appoggiarla mediante l’adesione (sia individuale che di organizzazioni) e la diffusione.
Qui il loro link in inglese, dove registrare l’adesione:
https://afgj.salsalabs.org/we-call-on-the-united-states-to-stop-interfering/index.html
Grazie per il vostro appoggio, in un periodo in cui si sta facendo virulenta la campagna mediatica con cui SEMPRE gli USA spianano la strada a successivi interventi più cruenti, che siano colpi di stato “morbidi” o guerre, in tutti quei Paesi sovrani non allineati ai loro interessi e dettami.
La storia degli ultimi decenni ce lo ha dimostrato sistematicamente.
La macchina del fango usata per diffamare questo o quel capo di Stato, è anche fango neghi occhi di chi non vuol vedere che in realtà l’obiettivo è un popolo, la sottomissione del suo Paese, il dominio sulle sue risorse. E chi si unisce a questo coro mediatico si fa COMPLICE dell’immensa sofferenza che l’imperialismo impone poi a popolazioni e territori.
Eleviamo e moltiplichiamo un coro diverso: “El clamor de la Tierra, el clamor de los Pueblos”!!!


Lettera
Con l’approssimarsi delle elezioni in Nicaragua,  chiediamo agli Stati Uniti di smetterla d’interferire
“Cosa succederebbe se gli Stati Uniti fossero visti dal resto del mondo come artefici di un’interferenza diretta nelle elezioni di altri Paesi e tutti lo sapessero? Come sarebbe se intervenissimo nella conduzione dei loro affari? Ciò sminuisce il prestigio di un Paese» (Presidente Biden, giugno 2021)

Trentacinque anni fa, il 27 giugno 1986, la Corte Internazionale di Giustizia dell’Aia decretò che gli Stati Uniti avevano violato il diritto internazionale appoggiando i Contras e minando i porti del Nicaragua, in violazione degli obblighi internazionali del nostro Paese “di non usare la forza contro un altro Stato, di non intervenire nei suoi affari e di non violare la sua sovranità”. La decisione includeva la necessità di pagare i risarcimenti, calcolati in oltre 17 miliardi di dollari. Gli Stati Uniti si rifiutarono di ottemperarla. Oltre 30.000 nicaraguensi morirono a causa della guerra e quando questa terminò, la loro economia era totalmente distrutta. 

Gli Stati Uniti hanno continuato a interferire nelle elezioni del 1990, versando milioni di dollari per creare un candidato prescelto e per minacciare il popolo nicaraguense di ulteriore guerra se non avesse votato secondo i dettami degli Stati Uniti.

Dopo il ritorno al potere dei sandinisti con le elezioni nel 2007, gli Stati Uniti hanno ripreso gli sforzi per minare il governo sandinista, canalizzando apertamente oltre 200 milioni di dollari attraverso organizzazioni no profit nicaraguensi e dozzine di media creati ad hoc per forzare il cambio di regime. Ciò è culminato nel 2018 in un tentativo di colpo di stato, fallito, ma che è costato la vita a oltre 200 persone. 

Nel luglio 2020 un documento della USAID, trapelato dall’ambasciata degli Stati Uniti a Managua, delineava il RAIN o Responsive Assistance in Nicaragua, piano orchestrato e finanziato dagli Stati Uniti per mettere in atto una transizione di governo in Nicaragua nei prossimi due anni.

Proprio in questo momento, sta procedendo rapidamente nel Congresso degli Stati Uniti il Renacer Act, il cui titolo: Reinforcing Nicaragua’s Adherence to Conditions for Electoral Reform Act del 2021 indica inequivocabilmente l’intento esplicito d’interferire nelle elezioni in Nicaragua. Il Renacer Act aumenta le sanzioni economiche. Minaccia gli elettori nicaraguensi affinchè votino per un candidato dell’opposizione se non vogliono subire gravi privazioni nei prossimi anni.

I nostri amici, familiari, partner organizzativi e comunità in Nicaragua vogliono che gli Stati Uniti smettano d’interferire. Ci dicono che il governo sandinista si preoccupa dei poveri, citando il buon governo di cui beneficiano direttamente: sicurezza cittadina, sicurezza alimentare, agroecologia, accesso all’assistenza sanitaria e all’istruzione, impegno per l’equità di genere, prevenzione e contenimento dei disastri, diversificazione energetica, le migliori infrastrutture e strade della regione e programmi per ampliare l’accesso ad abitazione, acqua ed elettricità. La povertà e la povertà estrema sono state ridotte di quasi il 50% dal 2007 al 2017. I nicaraguensi NON stanno fuggendo a migliaia verso la frontiera con gli Stati Uniti, a differenza dei loro vicini del “triangolo settentrionale”.

Le operazioni statunitensi di cambio di regime in America Latina hanno una storia lunga e sordida e continuano a causare danni enormi nei molti luoghi in cui operano tutt’oggi. Le sanzioni statunitensi in favore dei cambi di regime sono devastanti per le persone più vulnerabili e sono illegali. 

Con l’approssimarsi delle elezioni in Nicaragua, gli Stati Uniti stanno interferendo direttamente e tutti lo sanno.   Chiediamo agli Stati Uniti di smettere d’interferire; ciò sminuisce il prestigio del nostro paese a livello globale.

 

 

NICARAGUA SI RISPETTA !!!! Comunicato del dipartimento di Relazioni Internazionali del FSLN

Non è di oggi il tentativo di screditare i processi rivoluzionari poco disposti a seguire le direttive degli Stati Uniti che, in America Latina, hanno sempre rappresentato la potenza mondiale dominante.
La storia recente è piena di esempi di tentativi di colpi di stato e di campagne di discredito verso questi paesi che vengono così criminalizzati e sottoposti a sanzioni economiche e ingerenze politiche. Dal 2018 in avanti, in Nicaragua questa politica è stata portata avanti contro il governo in carica attraverso milioni di dollari che hanno finanziato le campagne mediatiche principalmente rivolte contro il Presidente Daniel Ortega, e il tentativo di ricomposizione di un’opposizione politica che, nonostante tutto, brilla per la sua incapacità politica e strategica. Purtroppo la capacità di riconoscere l’importanza di un’analisi della politica internazionale si è ridotta notevolmente anche negli ambiti più variegati della “sinistra” europea che, a 20 anni dai fatti di Genova di cui ricorre in questi giorni l’anniversario, non sembra più in grado di esercitare questi strumenti fondamentali per una corretta comprensione dei fenomeni mondiali politici ed economici. Persino il diritto internazionale di non ingerenza nelle politiche degli stati sovrani sembra non essere più un caposaldo inviolabile.

L’Associazione Italia Nicaragua sente la necessità di dare la parola al governo sandinista che in questi anni ha dato prova di capacità di affrontare i bisogni della propria popolazione e per questo è stato premiato nei vari processi elettorali.

Il documento che segue, di non facilissima lettura, è la traduzione di un documento scritto dal dipartimento di Relazioni internazionali del FSLN

Rel_Internazionali_FSLN

2 luglio 2021

Contro il COVID-19, FMI riconosce la lotta del NICARAGUA

Contro il COVID-19 e la gestione macroeconomica
Il Fondo Monetario Internazionale ( FMI), riconosce la lotta del NICARAGUA

In un aggiornamento delle politiche adottate dai paesi per affrontare la pandemia globale di COVID-19, il Fondo monetario internazionale riconosce che a dicembre 2020 il settore pubblico non finanziario del Nicaragua ha chiuso con un deficit del 2,5 % del PIL (-1,6 % nel 2019), il più basso della regione, e che il governo ha raggiunto un equilibrio tra minori incassi e maggiori pressioni sulla spesa, principalmente nel settore sanitario, per far fronte alla pandemia e agli effetti degli uragani Eta e Iota …Mette in evidenza che nel 2020 le azioni di politica fiscale sono state finalizzate a stanziare maggiori risorse per la spesa sanitaria e gestione dei disastri naturali … Il FMI sottolinea che il governo nicaraguense è riuscito a mantenere programmi di investimento sociale e pubblico, a salvaguardare la stabilità del lavoro, a portare avanti una gestione attiva di finanziamento pubblico attraverso l’impiego di risorse esterne e il collocamento di obbligazioni della Repubblica del Nicaragua …Constata che grazie a questa strategia, nel 2020, l’erogazione di prestiti esterni è stata di 829,5 milioni di dollari (538 milioni di dollari nel 2019) e l’emissione di obbligazioni della Repubblica è stata di 219,8 milioni di dollari (164,1 milioni di dollari nel 2019) … L’attivazione di nuovi finanziamenti esterni nel 2020 ha incluso prestiti dell’FMI, della Banca Mondiale, della Banca Interamericana di Sviluppo e della Banca Centroamericana per l’Integrazione Economica (CABEI), per finanziare le spese relative al COVID-19. Il 20 novembre 2020, l’FMI ha approvato un importo equivalente a 186,8 milioni di dollari (130 milioni di DSP) per il Nicaragua nell’ambito del Rapid Financing Instrument (RFI) e del Rapid Credit Facility (RCF), che sono stati erogati il​​ 7 dicembre 2020. Il 27 aprile 2021, il CABEI ha approvato un finanziamento di 100 milioni di dollari per la vaccinazione di 3,27 milioni di persone contro il COVID-19 (6,86 milioni di dosi), pari al 69,2% della popolazione prioritaria nell’attuazione del Piano di vaccinazione nicaraguense contro il COVID-19, che mira a vaccinare 4,7 milioni di persone.
26 Maggio 2021
Informe Pastran, Managua
Trad. A.Bottero

 

 

Nicaragua: 3° anniversario del tentativo di colpo di stato

Nell’aprile 2018 il popolo nicaraguense ha dovuto far fronte all’ennesima offensiva nordamericana, attuata questa volta sotto forma di “golpe morbido”: la strategia passa dalla pressione psicologica con massicce campagne di disinformazione ed accuse gravi contro il governo sgradito all’impero, all’azione violenta e armata, con atti terroristici, criminali e distruttivi. Il tutto finanziato, con la solita scusa degli “aiuti umanitari”, dall’USAID, la famigerata agenzia statunitense “per lo sviluppo”. Ma il popolo nicaraguense è riuscito collettivamente ad arginare il golpe e sconfiggerlo.

Marzo 2021: emergono le prove che gli Stati Uniti continuano a sovvenzionare, con un milione e mezzo di dollari, gruppi d’opposizione per creare disordini in vista delle elezioni di novembre.

Solo i nicaraguensi devono decidere sul futuro del Nicaragua, senza ingerenze straniere e senza sanzioni unilaterali, coercitive, illegali, disumane.

No Pudieron Ni Podrán!

 

Una dolorosa perdita

L’Associazione Italia Nicaragua di Milano esprime la sua profonda tristezza per la dolorosa scomparsa del Dott. Paul Oquist Rally, nato negli Stati Uniti d’America, cittadino nicaraguense dal 1983.
Ricopriva l’incarico di Ministro Segretario Privato per le Politiche Nazionali della Presidenza della Repubblica del Nicaragua. 

Noto ed apprezzato per il suo alto profilo accademico, professionale e politico; stimato a livello nazionale ed internazionale per il suo straordinario ed infaticabile impegno per il popolo nicaraguense, per la sovranità nazionale, per un mondo migliore e più umano. 

Un compagno sandinista sempre leale e fedele ai suoi principi, un rivoluzionario integerrimo per la sua amata Patria Nicaragua. 

Inviamo le nostre più sincere manifestazioni di solidarietà e le nostre più sentite condoglianze ai suoi familiari, al Governo, al Partito Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale. 

Che riposi in Pace. 

Associazione Italia Nicaragua
Milano 
14 aprile 2021 

Honduras Omicidio Berta Cáceres

 

Omicidio Berta Cáceres

inizia il processo contro David Castillo

Un momento decisivo nella ricerca della verità e della giustizia”

Managua, 31 marzo (LINyM) 

Il 6 aprile inizierà in Honduras il processo contro David Castillo, accusato di essere coautore dell’omicidio della ‘combattente sociale’ Berta Cáceres.

“Dopo cinque anni di battaglia legale siamo a un punto di svolta nella ricerca di verità e giustizia”, ​​ha detto in conferenza stampa  Bertha Zúniga Cáceres, figlia della leader indigena assassinata nel 2016 e attuale coordinatrice del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh).

David Castillo è stato presidente di Desarrollos Energéticos SA (DESA), titolare della concessione per la costruzione del progetto idroelettrico Agua Zarca contro cui Berta Cáceres e il Copinh hanno lottato per anni, ed ex ufficiale dell’intelligence militare honduregna, graduato presso l’accademia militare statunitense di West Point.

“Castillo è coautore dell’omicidio e fa da cerniera con gli autori intellettuali, cioè con quelle persone ricche, potenti e molto influenti nel nostro Paese che hanno organizzato e finanziato il crimine e che godono di assoluta impunità.

Insieme hanno strutturato e reso operativo un sistema di persecuzione permanente contro il Copinh e contro Berta, non solo in quanto combattente sociale e leader di questo processo di resistenza territoriale, ma anche in quanto donna. È evidente che il contesto in cui è avvenuto l’omicidio ha una forte connotazione di genere.

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Honduras-Grave regressione dei diritti delle donne

Honduras-Grave regressione dei diritti delle donne
Proibizione dell’aborto e del matrimonio egualitario scolpita nella pietra
Managua, 22 gennaio (Rel UITA | LINyM) 
La giornata di ieri (giovedì) sarà ricordata per molto tempo. Il Parlamento dell’Honduras ha infatti approvato una riforma costituzionale che di fatto mette una pietra tombale sulla possibilità di depenalizzare l’aborto e il matrimonio egualitario, entrambi già proibiti nella nazione centroamericana da quasi quarant’anni (1982).

Il progetto di riforma era stato presentato nei giorni scorsi dal vicepresidente del Congresso, il conservatore Mario Pérez, con l’obiettivo di modificare l’articolo 67 della Costituzione e “tutelare” così il divieto assoluto di abortire da qualsiasi tentativo futuro di depenalizzazione.

All’ultimo minuto, la maggioranza conservatrice e ultraconservatrice presente alla sessione parlamentaria virtuale ha poi inserito nel nuovo testo l’articolo 112, scolpendo così nella pietra la proibizione del matrimonio e dell’unione di fatto tra persone dello stesso sesso, che non verranno nemmeno riconosciuti se celebrati secondo le leggi di altri paesi.

Secondo le prime indiscrezioni, la riforma è stata approvata in un unico dibattito (la legge ne prevede almeno due), con un numero di voti (84) inferiore a quello stabilito dalla legge (86) e che non coincide con il numero dei deputati che hanno votato.

Il testo approvato dell’articolo 67 recita che “è vietata e illegale qualsiasi forma di interruzione della vita del nascituro, da parte della madre o di una terza persona, la cui vita deve essere rispettata fin dal concepimento”.

Stabilisce inoltre che “le disposizioni di questo articolo e dell’articolo 112 di questa Costituzione possono essere emendate solo dalla maggioranza dei tre quarti dei membri della plenaria del Congresso” e che “saranno nulle le disposizioni legali create dopo l’entrata in vigore di questo articolo che stabiliscano criteri contrari” al testo approvato. In questo modo sarà praticamente impossibile per qualsiasi forza politica raggiungere i 96 voti (di 128 disponibili) necessari per riformare questo articolo della Costituzione.
In mezzo a tante irregolarità, vale la pena ricordare che la Costituzione dell’Honduras non prevede, né autorizza questo tipo di maggioranza qualificata (tre quarti della plenaria).

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