Evo navigando controvento

evodi Marco Consolo –

Evo Morales non potrà ripresentarsi alle elezioni del 2019.
Domenica 21 febbraio gli elettori boliviani sono stati chiamati a votare su un referendum per una modifica dell’art. 168 della Costituzione (che limita a 2 mandati la rielezione di Presidente e Vice-Presidente). La sua approvazione avrebbe permesso a Evo di ripresentarsi nel 2019. Ma così non è stato.
Con una partecipazione dell’84,45% degli elettori, l’opzione del NO ha vinto per il rotto della cuffia (51%), contro il 49% dei favorevoli alla modifica della Carta Magna.

Gongolano i corifei della restaurazione e del modello neo-liberista che parlano di “fine dell’era Evo” e del “capolinea di Morales”: in primo luogo l’opposizione boliviana, in buona compagnia dei grandi media internazionali (tra cui quelli italiani) e del Dipartimento di Stato. Ma è bene chiarire che il mandato di Evo termina nel gennaio 2020.
Di sicuro, dopo i risultati avversi in Venezuela ed Argentina, la contro-offensiva imperiale nel “cortile di casa” mette a segno un altro punto a suo favore.

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LO STRAORDINARIO VALORE DI PETROCARIBE

cumbrepetrocaribeA dieci anni dalla sua creazione

di Hedelberto Lopez Blanch

Quando Petrocaribe arriverà al decimo anniversario dalla sua creazione, avvenuta il 29 giugno 2005, si potrà affermare con sicurezza che si è trasformato nel protettore delle piccole economie dei Caraibi e del Centroamerica, e in promotore di politiche sociali più favorevoli a questi popoli.

Questa organizzazione di integrazione regionale, sorto per volontà del leader della Rivoluzione Bolivariana Hugo Chavez Frias,  in questi dieci anni è passato dall’iniziale funzione di scambio petrolifero  a scopi più ambiziosi, consolidandosi  come  uno  spazio  di sviluppo  economico e sociale tra i suoi affiliati.  petro

I suoi attuali membri – Antigua e Barbuda, Bahamas, Belize, Cuba,  Dominica, El Salvador, Grenada, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Jamaica, Nicaragua, Repubblica Dominicana, San Cristobal e Nevis, Santa Lucia, San Vicente e Grenadine, Suriname e Venezuela – hanno beneficiato dei vantaggi offerti da questo dispositivo, che ha impedito il fallimento delle economie  di queste nazioni in una congiuntura di crisi internazionale avversa.

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I Paesi della Zona Petrocaribe avanzano verso lo sradicamento della fame

petrocaribeDa Food and Agriculture Organization 11 May 2015 Santiago de Chile

Petrocaribe e FAO sviluppano i meccanismi di finanziamento e ampliamento del Piano di azione “Hugo Chávez Frías” per lo sradicamento della fame e la povertà.

 
Fame zero in tutta la zona economica Petrocaribe è la meta finale del piano di sradicamento della fame Hugo Chávez Frías presente in 21 paesi con l’obiettivo di ottenere la piena sicurezza alimentare.
Lanciato nel 2013, questo piano incoraggia i paesi della zona Petrocaribe e Alba a formulare progetti che rafforzino l’agricoltura familiare, potenzino l’agro industrializzazione, sviluppino catene produttive per la distribuzione equa degli alimenti e accrescano la creazione di politiche e piani integrali relativi a fame e povertà. Per definire i meccanismi finanziari e metodologici che permetteranno l’incremento del piano, la Segreteria esecutiva di Petrocaribe e il Programma di cooperazione triangolare Venezuela – Fao, (Sana), hanno realizzato un giro tecnico nei paesi coinvolti.
 

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Lezioni boliviane

eleboliviamaggio 8, 2015
di Marco Consolo
Con il ballottaggio di domenica 3 maggio, in Bolivia si è concluso il processo delle elezioni amministrative iniziato lo scorso 29 marzo. Le elezioni, che hanno coinvolto circa 6 milioni di persone, rinnovavano le cariche dei 9 dipartimenti (regioni) e dei 339 comuni. Il partito Movimento al Socialismo- Strumento Politico della Sovranità del Popolo, (più conosciuto come MAS) del presidente Evo Morales, è stato ratificato come la principale forza politica del Paese, ma ha subito alcune sconfitte importanti. Ha ottenuto poco più del 50 % del totale dei voti, anche grazie alla frammentazione delle forze di opposizione. Un salto all’indietro, se li si compara con i risultati di appena cinque mesi fa, quando, per la terza volta, con il 62 % dei consensi, Evo Morales è stato rieletto Presidente dello Stato Plurinazionale della Bolivia
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Comunicato della Segreteria Operativa di ALBA Movimientos sul Vertice Sociale e Sindacale, Panama 2015

cumbre-americas-300x168Sorelle e fratelli, compagne e compagni di organizzazioni e movimenti sociali del continente:

Come è noto, il 10 e 11 di aprile 2015 si terrà a Panama il VII Vertice delle Americhe “Prosperità con equità: la sfida della cooperazione nelle Americhe” che, dopo anni di ingiusta esclusione e come risultato dalla solidarietà e fermezza di vari governi latinoamericani, conterà per la prima volta con la presenza di Cuba.
 
Ufficialmente, l’evento avrà quattro fori paralleli:
1. Foro della Società Civile delle Americhe, 8-10 aprile
2. Foro dei giovani, 8-9 aprile
3. Foro impresariale delle Americhe 9-10 aprile
4. Foro dei Rettori, 9-10 aprile
 
Recentemente, organizzazioni e movimenti sociali che fanno parte della Sezione di Panama, di ALBA Movimientos hanno accordato unitariamente, tra le altre cose, di convocare un Vertice Sindacale Sociale di Alternativa Continentale da tenersi i giorni 10 e 11 aprile 2015, parallelamente al Vertice delle Americhe dei capi di stato e i loro fori.
Per questo è verrà creato un comitato organizzatore incaricato di avviare una serie di azioni con l’obbiettivo di organizzare questo incontro.

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Pepe, presidente dell’Uruguay: Il capitalismo sembra aver dato tutto di sé

MujicaSarebbe logico che sia rimpiazzato dal socialismo democratico. Dobbiamo trasformare lo stato, fare questa rivoluzione, commenta. In qualsiasi sistema non c’è niente di più bello, di più prezioso della vita.” Vale la pena lottare perchè la gente abbia un po’ più di cibo, afferma Il gran elemento distributore nella società è il salario- 

 
articolo tratto dallo Speciale per la Jornada, periodico La Jornada, 22 Febbraio 2015 p.2 
autore: Carlos Gabetta* 
 
Pepe Presidente, detto così come nel titolo, sembra uno slogan elettorale. Ma Josè Mujica sta per concludere – questo primo marzo – il suo mandato come Presidente ed è più “Pepe” che mai. E’ mezzo secolo che svolgo questa professione ed ho avuto l’opportunità di conoscere e avere scambi di diverso grado con mandatari dei più diversi, da Ronald Reagan a Raúl Alfonsín, passando da Fidel Castro, Michail Gorbachov, Lula, François Mitterrand, Sandro Pertini, Michelle Bachelet e Carlos Menem, ma “Pepe” differisce da qualsiasi modello; è decisamente un’altra cosa. L’unico che ho conosciuto che gli assomiglia è l’argentino Arturo Illìa, però lui era lontano dall’arsenale teorico e dall’esperienza politica e vitale di “Pepe”.
 

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Forum a Caracas: Il mondo appoggia il Venezuela

forocaracasdi Attilio Folliero e Cecilia Laya

A Caracas “Forum di appoggio al Venezuela”, preludio alle manifestazioni di soliodarietà a livello mondiale del prossimo 15 marzo.

Leader politici latinoamericani ed esperti del settore internazionale si sono riuniti l’11 marzo a Caracas per analizzare l’aggressione al Venezuela da parte degli Stati Uniti. Il forum era intitolato “Il mondo è con il Venezuela” e l’attività si è svolta presso il Ministero degli Esteri del Venezuela.
Il forum si è svolto dopo l’ultima aggressione al Venezuela da parte degli Stati Uniti. Il 9 marzo Barack Obama ha emesso un decreto che dichiara il Venezuela una “minaccia inusuale e straordinaria” per la sicurezza nazionale e la politica estera del suo paese. E’ il solito argomento usato dall’imperialismo USA e passo preliminare alle loro invasioni. In sostanza dal Forum è emerso che gli Stati Uniti storicamente hanno usato lo stesso copione interventista per contrastare la volontà dei popoli che scelgono percorsi diversi a quelli imposti dall’imperialismo

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PREPARANDO L’AGGRESSIONE MILITARE AL VENEZUELA

injerencia-eeuu-venezuela-580x386di Atilio Borón

Barack Obama, una figura decorativa nella Casa Bianca che non ha potuto impedire che un energumeno come Benjamin Netanyhau si rivolgesse alle due camere del Congresso per sabotare le trattative con l’Iran in relazione al programma nucleare di questo paese, ha ricevuto un ordine definitivo dal complesso “militare-industriale-finanziario”: deve creare le condizioni per giustificare un’aggressione militare alla Repubblica Bolivariana del Venezuela. L’ordine presidenziale emesso poche ore fa e diffuso dalle agenzie di stampa della Casa Bianca stabilisce che il paese di Bolívar e Chávez “costituisce una insolita e straordinaria minaccia alla sicurezza nazionale e alla politica estera degli Stati Uniti”, ragione per la quale “dichiaro l’emergenza nazionale per affrontare questa minaccia”.

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Venezuela: quale via?

golingerMichael Albert intervista Eva Golinger

Tratto da Znet del 17 febbraio 2015.
1. Come interpreta  le motivazioni dell’opposizione in Venezuela  e  il  loro supporto  da parte degli Stati Uniti?
 
L’opposizione venezuelana è guidata da una élite,  una classe  di super ricchi che ha governato il paese per decenni  e ha accumulato molta della propria ricchezza attraverso pratiche affaristiche corrotte,  che ha distratto i profitti derivanti dal petrolio lasciando la maggior parte della popolazione in povertà e le infrastrutture del paese a brandelli. Quando Hugo Chavez venne eletto per la prima volta nel 1998, fu la fine di quattro decadi di potere delle élites, rappresentate da due partiti predominanti.   Se Chavez  si  fosse inchinato  agli interessi degli Stati Uniti,  e all’élite affaristica del paese, oggi l’opposizione sarebbe molto differente.  Ma lui non lo fece.  Chavez  portò avanti una profonda trasformazione al cuore delle istituzioni Venezuelane, ristrutturando l’industria petrolifera  che era stata nazionalizzata nel 1976 ma continuava a funzionare come una industria privata, arricchendo  i ricchi e impoverendo  i poveri .  Egli ha ridistribuito la ricchezza, ha creato diffusi ed efficaci programmi sociali  ed ha sviluppato  l’economia e incrementato gli investimenti nelle infrastrutture e nella produzione nazionale. Le sue politiche hanno ridotto la povertà di oltre il cinquanta per cento, hanno permesso di ricostruire la gran parte del paese, hanno posizionato il Venezuela  sulla scena internazionale diversificando i partners  commerciali stranieri,  ed hanno permesso la nascita di una nuova,  fiorente classe media. Ma tutto questo è stato fatto tagliando fuori molta della tradizionale classe dominante che aveva governato in linea con gli interessi  degli  Stati Uniti.  Chavez ha anche incrementato le nazionalizzazioni, allo scopo di garantire che le risorse naturali essenziali e strategiche  fossero nelle mani dello stato e non di coloro che potessero abusarne od usarle come una minaccia….

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