Comunicato delle donne nicaraguensi residenti in Aragona

Comunicato delle donne nicaraguensi residenti in Aragona

PATRICIA ARDILAS, KASSIA CASTELLÓN, SOCORRO CASTILLO, BELKI GAMBOA, CLAUDIA HERNÁNDEZ, MARÍA PARAJÓN, FABIOLA SCHÄFER, DOLORES TÉLLEZ, MARTINA VALLE y JOSEFINA ZELEDÓN

A fronte dei  vari comunicati e delle azioni realizzati da diversi collettivi femministi , sia del Nicaragua che dell’Aragona,  i quali  pretendono  rappresentare  il popolo del Nicaragua, e in particolare le donne;  e vista la piega che hanno preso gli eventi ,  abbiamo deciso di esprimere  la nostra opinione.
Siamo donne nicaraguensi, migranti, che risiedono da lungo tempo in Aragona. Siamo femministe,
e QUESTE DONNE NON CI RAPPRESENTANO.
Abbiamo ascoltato dai comunicati, dalle reti sociali e perfino nei mezzi di comunicazione, che bisognava abbattere il governo; però mai abbiamo sentito proposte o alternative per il miglioramento della situazione politica, economica e sociale della popolazione del Nicaragua, e nello specifico delle donne nicaraguensi.

Quelle  donne che dicono di rappresentare hanno dovuto subire  la presenza di più di mille barricate in tutto il paese,  che hanno impedito loro di raggiungere il loro posto di lavoro,  hanno dovuto pagare dei pedaggi per  poter attraversare quelle barricate o non hanno potuto svolgere la loro attività produttiva, com’è  il caso di migliaia di donne che gestiscono  un piccolo commercio.
Questo fatto ha portato un gran numero di donne a perdere  il loro mezzo di sussistenza, ricadendo nell’estrema povertà; e tenendo conto che in Nicaragua  molte donne sono il sostegno economico della loro famiglia,  ci chiediamo:  la povertà estrema ha mai aiutato le donne ad acquisire potere?

Questi collettivi che dicono di rappresentare le donne nicaraguensi,  ci hanno detto nei loro comunicati e nei loro discorsi  che questo era un governo che assassinava le donne per il solo  fatto di esserlo,  mostrando la situazione come se si trattasse  di una politica di stato contro le donne. Mai hanno portato le prove che fosse effettivamente così,  mentre l’unica cosa che hanno fatto è di ripeterlo ad ogni occasione.

Purtroppo in questo conflitto sono morte delle donne, e ogni morte ci fa male e la ripudiamo.  Sorprende però che davanti a casi come quello della poliziotta Yadira Ramos, che a fine giugno è stata sequestrata, torturata e violentata ripetutamente nella barricata di Jinotepe,  alla presenza di suo marito che successivamente  è stato assassinato;  o a quello delle due donne di 17 e 19 anni appartenenti alla gioventù sandinista della Comunità di Corinto (Jinotega),  che sono state  sequestrate l’8 giugno e sono riapparse  all’entrata dell’ospedale, ripetutamente picchiate e violentate per quattro giorni; questi movimenti che dicono di rappresentare e appoggiare le donne nicaraguensi,  non hanno preso la parola per denunciare  l’atrocità di questi fatti.  Perché per quanto ci riguarda,  da qualsiasi lato avvenga,  noi si che crediamo che “SE NE TOCCANO UNA, CI TOCCANO A TUTTE”.

Un altro aspetto da evidenziare è l’uso del discorso di  genere per  perseguire altri  interessi  politici che niente hanno a che vedere con l’eguaglianza e la lotta delle donne.  Il conflitto che sta avendo luogo in Nicaragua è complesso,  sia per le  cause che per i  protagonisti,  le conseguenze e le soluzioni; risponde ad un  conflitto di interessi  nel quale i collettivi, i movimenti, i partiti e le ONG,  sia interni che esterni al paese,  vogliono mantenere i propri privilegi  a costo  della sofferenza  collettiva del paese.

Questa affermazione si  sostiene  in parte dall’osservare come la distruzione si sia concentrata contro organismi ed istituzioni pubbliche come l’Ospedale Materno di Masaya, il Municipio di Granada,  scuole, biblioteche,  asili  e università pubbliche;   mentre i soggetti privati non hanno subito alcun saccheggio o danneggiamento.  Per questo torniamo a chiederci chi è che ci guadagna da  quanto è successo in Nicaragua, poiché il settore pubblico garantisce l’uguaglianza di opportunità  e fa si che alle collettività meno favorite vengano garantite le necessità minime per la vita.

Al  conflitto in Nicaragua hanno preso parte gruppi molto diversi, come la cupola  della grande impresa privata COSEP (Consiglio Superiore dell’impresa privata del Nicaragua), il PLC (Partito Liberale Costituzionalista),  l’MRS (Movimento di Rinnovamento Sandinista),  i mezzi di comunicazione in mano alle élites aristocratiche del Nicaragua, le ONG finanziate dai nordamericani, il PLI (Partito Liberale Indipendente),  o la Chiesa Cattolica. E’ difficile immaginare una alternativa politica all’esistente, dato che  la maggior parte  di tali  organizzazioni e partiti politici mai si è  preoccupata  del benessere della popolazione nicaraguense, e tantomeno dei diritti delle donne;  e nel  periodo in cui hanno governato hanno addirittura portato avanti politiche che hanno comportato un peggioramento  della condizione delle donne. Hanno inoltre avuto appoggio dagli Stati Uniti che, storicamente, sono intervenuti , hanno saccheggiato e assassinato il popolo nicaraguense, o di ARENA (Alleanza Repubblicana Nazionalista) di El Salvador, che non si distingue certo per la difesa dei diritti umani e dei diritti delle donne.

In conclusione, vorremmo esprimere la nostra  incondizionata solidarietà per le compagne del PCE (Partito Comunista Spagnolo)  le quali, nell’esprimere la propria opinione sul conflitto in corso in Nicaragua, sono state diffamate e duramente criticate e giudicate per non avere seguito il copione stabilito. La loro posizione coincide con quelle di molte donne nicaraguensi femministe; donne che hanno, come abbiamo, subito il maschilismo e il razzismo fin da giovani, per essere donne, povere e nere. La quantità di atrocità che si sono dette contro le compagne del PCE  solamente per aver ragionato su quanto avviene in Nicaragua, ha portato  molte altre compagne a non esprimere la propria opinione a causa delle rappresaglie che avrebbero potuto scatenare. E’ questo il nuovo Nicaragua che dicono di voler costruire?

Traduzione: M.D.M

18 ottobre  2018

http://arainfo.org/comunicado-mujeres-nicaraguenses-residentes-aragon/#.W8hCyGOzW1Y.whatsapp

(*)
COSEP – Consejo Superior de la Empresa Privada (Nicaragua)

PLC – Partido Liberal Constitucionalista (Nicaragua)

MRS – Movimiento Renovador Sandinista (Nicaragua)

PLI – Partido Lberal Independiente (Nicaragua)

ARENA – Alianza Republicana Nacionalista (El Salvador)

PCE – Partido Comunista de España