Tegucigalpa, 12 luglio (di Giorgio Trucchi | LINyM) -. Il 28 giugno, in Honduras si è commemorato il tredicesimo anniversario del colpo di stato che depose il presidente Manuel Zelaya. Più di un decennio resistendo all’assalto di governi corrotti e rapaci, collusi con un’oligarchia ultraconservatrice che manovra a suo piacere la politica, l’economia e il sistema di giustizia.Poteri di fatto che hanno goduto della protezione delle alte sfere dell’esercito e della polizia, in combutta con il capitale multinazionale e perfettamente allineati con gli interessi geopolitici, geoeconomici e militari degli Stati Uniti.Nel suo messaggio alla nazione, davanti a ex presidenti, ex ministri degli esteri e al corpo diplomatico di quei paesi che, senza esitazione, condannarono il colpo di stato ed espressero solidarietà al presidente Zelaya e alle gigantesche mobilitazioni popolari che, per mesi, invasero le strade dell’Honduras, la presidentessa Xiomara Castro ha ricordato la lotta di questo popolo coraggioso in resistenza.“La popolazione sa che (lo Stato) ha un debito storico con le vittime del colpo di stato: assassinate, torturate, imprigionate, esiliate, perseguitate politicamente. Tutte quelle persone che, per tredici anni, hanno coraggiosamente resistito alla repressione, all’umiliazione, alla persecuzione.Oggi e sempre renderemo omaggio alla resistenza honduregna che, da più di un decennio, combatte frontalmente contro un modello di dipendenza e sfruttamento neocoloniale, contro il colpo di stato e la crudele dittatura”.Il giorno prima, l’ex presidente Manuel Zelaya aveva inaugurato la piazza Isy Obed Murillo, dedicata alla prima vittima [1] della resistenza contro il colpo di stato del 2009 e come atto di riconoscimento per tutti i martiri che hanno sacrificato la loro vita combattendo contro la violenza golpista.
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