Elezioni il Nicaragua-il popolo ha deciso

Il Popolo ha deciso
Trionfa l’FSLN

Con le elezioni del 7 novembre, i/le nicaraguensi confermano la scelta e decretano la vittoria del Frente Sandinista de Liberacìón Nacional, guidato dal Comandante Presidente Daniel Ortega e dalla Vicepresidente Rosario Murillo.

Sette i partiti in lizza con sei candidati presidenziali, sotto la vigilanza di oltre 165 osservatori internazionali e 67 giornalisti da tutto il mondo che hanno certificato l’assoluta regolarità del voto, svoltosi in un clima di totale tranquillità.
Nonostante una campagna mediatica interna ed esterna basata su diffamazioni ed appelli all’astensionismo, l’affluenza alle urne è stata del 65,4%, consegnando la vittoria all’FSLN con un consenso che sfiora il 76%.

Il popolo conferma la sua fiducia ed il suo appoggio alle politiche pubbliche inclusive e ai programmi sociali del governo sandinista, nonché all’intransigente difesa dell’indipendenza e della sovranità nazionale, pur con tutte le difficoltà ed i limiti che si trova ad affrontare.

Il Nicaragua vuole pace; entro i propri confini come nei rapporti internazionali.

Basta interventi e ingerenze delle forze imperialiste, in particolare degli Stati Uniti, che ovunque nel mondo hanno portato solo morte, distruzione e povertà!

Il popolo sovrano del Nicaragua ha scelto, ha respinto in modo netto e chiaro le politiche neoliberiste, ha ribadito il diritto a decidere del proprio futuro.
Esprimiamo le nostre felicitazioni al Presidente Ortega, alla Vicepresidente Murillo e al Popolo del Nicaragua, inviando con tutto il cuore il nostro saluto solidale e internazionalista e il nostro augurio di prospero futuro!

Il Nicaragua si rispetta, noi siamo e saremo sempre al suo fianco

No Pudieron Ni Podrán!

Hasta la Victoria Siempre!

Coordinamento Associazione Italia-Nicaragua

9 Novembre 2021

 

 

LA LEZIONE DI STORIA DEL NICARAGUA

LA LEZIONE DI STORIA DEL NICARAGUA

Strana, stranissima dittatura quella del Nicaragua e della “famigerata” coppia presidenziale formata da Daniel Ortega e Rosario Murillo. Una dittatura che costruisce ospedali, strade, case popolari, reti elettriche e di comunicazione, luoghi di socialità e pubblici servizi. Una tirannia anomala che demolisce invece i tentativi di golpe indirizzati alla riabilitazione di quell’ancien regime che l’FSLN ha cancellato per sempre. La vittoria contundente che si sta profilando di questa formazione politica, ora dopo ora con lo scrutinio delle urne elettorali, non ammette repliche; un’affermazione quasi plebiscitaria. Per lo stesso motivo, chissà, fa storcere la bocca a tanti e tante della sinistra nostrana ed europea, pronta a spellarsi le mani e ad alzare la voce (e noi per primi, sia chiaro) per le inaccettabili ingerenze in Venezuela in Bolivia e a Cuba, ma quasi del tutto refrattari a riconoscere quanto succede in Nicaragua. Eppure, i numeri, se non i retaggi ideologici post-novecenteschi, stanno lì a dimostrarlo. E non sono i numeri di una rediviva agenzia TASS, ma le stime di un popolo in carne e ossa con ancora addosso le ferite di sedici anni di neoliberismo.

Quello intercorso tra il 1990 e il 2006, ossia tra la sconfitta storica del Frente dopo la gloriosa e faticosa decade degli Ottanta, e la riconquista del potere dopo la mefitica parentesi del Partito Liberale. Che di liberale, aveva davvero poco, se non la disinvoltura con cui ha messo in vendita il paese, con la stessa solerzia che ha contraddistinto varie amministrazioni del continente latinoamericano, prima che venissero riconsegnate alla volontà popolare. La ola (cosiddetta) progressista, che per comodità la indichiamo come quella rappresentata nel Foro de São Paulo, racconta esattamente questa tipicità comune a tutta l’America Latina. 

Continua: https://animainpenna.wordpress.com/2021/11/08/la-lezione-di-storia-del-nicaragua/

 

 

 

 

 

Nicaragua:14 anni di cambiamenti

14 anni di cambiamenti
Breve sintesi di quanto conseguito in questi 14 anni di trasformazioni
29 ottobre 2021
Il Dott. Wilfredo Navarro Moreira, Presidente del Movimento Liberale Costituzionalista Indipendente, facendo propria la percezione dei nicaraguensi sulla decisione che noi, cittadini di questo paese, prenderemo il 7 novembre prossimo, ci fa un riassunto di quanto ha fatto nel corso degli ultimi 14 anni il governo del Presidente Daniel Ortega Saavedra e della vicepresidente Rosario Murillo Zambrana. 

In questi 14 anni si sono operati cambiamenti epocali a livello economico, sociale e politico nel Paese e l’evidenza inconfutabile dimostra quanto di meglio abbia conseguito il Nicaragua durante tutta la sua storia, partendo da una visione trasformatrice e volta al futuro. 

Questi sono i risultati di un governo con il popolo, per il popolo e del popolo: 

  • riduzione della povertà estrema e della diseguaglianza sociale.
  • deconcentrazione della ricchezza in pochi mani e distribuzione più giusta.
  • parità di genere.
  • restituzione dei diritti ai poveri.
  • inclusione sociale di coloro che storicamente sono stati emarginati.

In Particolare abbiamo: 

Educazione  

Si è ripristinato il diritto all’educazione gratuita per tutti. Si è portata l’istruzione nelle campagne, con oltre 60.000 studenti contadini ed oltre 500 centri rurali di scuola secondaria, in modalità a distanza. Si è portata l’università nelle campagne per incentivare lo sviluppo socioeconomico. Sono stati migliorati oltre 6.500 centri educativi con un investimento di 7.700 milioni di córdoba.   

1 milione e passa tra banchi nuovi e riparati. Fornitura di merende scolastiche ad oltre 1.200.000 studenti. Distribuzione di 200.000 pacchi scolastici (zainetti, quaderni, materiali di cancelleria) gratuiti. Buono complementare a studenti di scuola secondaria al momento del diploma.   

Insegnamento della lingua inglese alla scuola primaria, nelle scuole pubbliche del Paese. Accesso ad Internet con 300 aule mobili attraverso tutto il Paese. Sono aumentati i posti a scuola con una media di 700 in più all’anno. Incremento di quasi 10.000 nuovi maestri. 

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Comunicato

In vista delle elezioni del 7 novembre in Nicaragua

DENUNCIAMO

la totale mancanza di rispetto verso la libera partecipazione ed autonoma scelta popolare portata avanti dalla sempre più rabbiosa campagna diffamatoria dei media ufficiali internazionali contro l’attuale presidente, all’unisono con i social e la chiusura/censura delle reti di attivisti filosandinisti.

Queste meschine manovre violano la libertà di espressione ed il dovere di non ingerenza negli affari interni di un Paese sovrano, e sono all’infame servizio delle politiche imperialistiche statunitensi.

Le condanniamo senza mezzi termini ed

ESPRIMIAMO

la nostra piena solidarietà al popolo e al Governo del Nicaragua ed al Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale.
Adelante Nicaragua
#NoPudieron
#NiPodrán
Coordinamento Associazione Italia Nicaragua
2 Novembre 2021

America Latina: Novembre, mese di elezioni.

America Latina: Novembre, mese di elezioni.
Schierarsi con le forze progressiste
Fernando Bossi Rojas – 28/10/21
Giornalista argentino

A novembre nella nostra regione latinoamericana avranno luogo cinque processi elettorali. Due in Centroamerica e tre in Sudamerica.
Ognuno di essi riveste somma importanza non soltanto per le forze popolari e progressiste dei paesi coinvolti, ma anche per quelle di tutta la nostra America.

La prima sarà il 7 novembre in Nicaragua; verranno designati il presidente e i deputati all’Assemblea Nazionale e al Parlamento Centroamericano. Il candidato della Rivoluzione, il Comandante Daniel Ortega, si presenta in formula congiunta con la sua compagna Rosario Murillo, come nelle scorse elezioni, e si prevede che vinceranno agevolmente. 

Una settimana dopo, il 14 novembre, l’appuntamento sarà in Argentina, dove si rinnoveranno 127 dei 257 seggi della Camera dei Deputati, e 24 dei 72 del Senato della Nazione. La disputa sarà tra “Frente de Todos” attualmente al governo, e “Juntos por el Cambio”, coalizione che agglutina le forze neoliberali dell’ex presidente Mauricio Macri. 

Questa votazione sta creando molte aspettative, giacché il 12 settembre scorso nelle elezioni primarie, aperte, simultanee ed obbligatorie (PASO), la coalizione di destra ha ottenuto più voti di quella governativa, destando allarmi nelle forze guidate dal presidente Alberto Fernández e dalla vicepresidente Cristina Kirchner. Senza dubbio sarebbe fondamentale che il fronte delle forze progressiste ottenesse la vittoria, sbarrando il passo alla nuova offensiva reazionaria. Potrà “Frente de Todos” ribaltare i miseri risultati delle primarie del 12 settembre? Più si avvicina la data delle elezioni, più le ansie ed aspettative crescono.

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Honduras e diritti umani, un cinismo strutturale

Honduras e diritti umani, un cinismo strutturale
Stigmatizzazione, criminalizzazione, persecuzioni giudiziarie e assassinio di attivisti fanno dell’Honduras uno dei paesi più letali per chi difende terra e beni comuni  
Managua, 20 ottobre. (Giorgio Trucchi | LINyM) -.

Lo scorso 5 luglio, la prima sezione penale del tribunale di Tegucigalpa, con competenza territoriale nazionale, ha emesso una sentenza di condanna a carico di Roberto David Castillo[1], ex presidente di Desarrollos Energéticos SA (DESA)[2], ritenuto coautore dell’assassinio della dirigente indigena e attivista sociale, Berta Cáceres. 

All’epoca i giudici fissarono la data del 3 agosto per determinare la pena. Tre mesi dopo, il tribunale non ha ancora emesso la sentenza, generando un’incertezza giuridica che preoccupa profondamente tanto le vittime quanto il pool di avvocati che le rappresenta. 

Durante un atto dimostrativo di fronte alla Corte suprema di giustizia nella capitale honduregna, il Consiglio civico di organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh) ha allertato circa il mancato adempimento della prima sezione penale, che ha lasciato scadere i tempi processuali stabiliti per emettere il verdetto. 

Ha lamentato inoltre il fatto che la Corte d’appello non si sia ancora pronunciata sui ricorsi pendenti, per rendere definitiva la sentenza emessa nel 2019 contro sette autori materiali dell’assassinio di Berta Cáceres – tra cui ex dirigenti e membri della sicurezza di DESA, ex militari e militari in servizio – e che la procura non abbia ancora portato sul banco degli imputati gli autori intellettuali del crimine. 

In un comunicato, il Copinh ha assicurato che andrà avanti e che disputerà “ogni millimetro di giustizia alle istituzioni honduregne fantoccio”, esigendo nel contempo una “sentenza veloce e contundente”.

L’appello del Copinh e dei famigliari della dirigente indigena assassinata ha trovato il sostegno della Missione di osservazione qualificata della Causa Berta Cáceres, i cui membri deplorano la mancata iniziativa delle istituzioni che devono garantire giustizia, perseguendo e processando gli attori chiave della struttura criminale che perpetrò il crimine. 

A tal proposito, la sentenza contro Castillo servirà proprio ad aprire a nuovi scenari d’indagine per ottenere giustizia integrale per Berta Cáceres. 

“La sentenza deve dare il via a un’indagine scrupolosa su tutte le persone implicate nel crimine. L’incertezza giuridica che si sta creando compromette sia l’essenza stessa del processo che la garanzia di verità, riparazione e non ripetizione per le vittime, lasciandole in una situazione di vulnerabilità e senza accesso a una giustizia piena”, segnalano gli osservatori. 

Libertà per Guapinol 

Ancor più complessa è  la situazione degli otto difensori dell’acqua e della vita di Guapinol, che da oltre due anni permangono in custodia cautelare in carcere per i reati di incendio doloso aggravato e sequestro di persona.  Continua a leggere

Honduras-Nuovo attacco alla comunità LGBTI

Nuovo attacco alla comunità LGBTI
Donna trans e attivista per i diritti umani assassinata in Honduras, la quarta dall’inizio dell’anno
Managua, 5 ottobre (Giorgio Trucchi Rel UITA | LINyM) -.
La comunità Lgbti in Honduras è ancora una volta in lutto dopo l’omicidio di Tatiana Martínez García, donna trans di 32 anni e attivista nella promozione e protezione dei diritti umani, impegnata nell’accompagnamento a persone Lgbti che devono denunciare crimini di cui sono state vittime.

Secondo le prime informazioni raccolte dalla stampa locale, il corpo della giovane donna è stato ritrovato con ferite di arma bianca nella città di Santa Rosa de Copán, nella parte occidentale dell’Honduras.

L’Ufficio in Honduras dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr) ha condannato l’omicidio e ha fatto sapere, attraverso un comunicato, che Tatiana Martínez García era già stata vittima nel passato di minacce e attacchi vari.

Secondo l’Osservatorio delle morti violente della Rete Lesbica Cattrachas si tratta della quarta donna trans assassinata quest’anno in Honduras, di un totale di 17 persone Lgbti morte in modo violento nel 2021. In poco più di 12 anni, in questo paese centroamericano sono state uccise 390 persone che appartengono alla comunità Lgbti. Il tasso di impunità è del 91% e solo il 9% dei casi si è concluso con una condanna.

Il recente rapporto di Sin Violencia indica che tra il 2014 e il 2020 almeno 1.949 persone Lgbti sono state uccise in America Latina. L’Honduras è tra i paesi più letali della regione per questa comunità.

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El Salvador-Di criptovalute e fagocitazione della democrazia

Di criptovalute e fagocitazione della democrazia

Bukele manda in pensione centinaia di giudici e si assicura una nuova candidatura presidenziale. Forti proteste in capitale
Managua, 29 settembre (di Giorgio Trucchi | LINyM)

Il bicentenario dell’indipendenza centroamericana (15/9) è stata l’occasione per diversi settori della società salvadoregna di scendere in piazza e protestare contro varie misure adottate dal governo di Nayib Bukele.

“Nel giorno in cui si commemora il bicentenario dell’indipendenza, lavoratori e lavoratrici protestano contro un regime autoritario, guidato dal clan Bukele, che smantella le istituzioni democratiche sorte con gli Accordi di pace e governa attraverso la corruzione, l’abuso di potere e l’impunità”, scrive il Blocco di resistenza e ribellione popolare nel suo manifesto alla nazione.

Questo spazio di lotta, che riunisce una vasta gamma di organizzazioni sociali, popolari e sindacali, si dichiara in resistenza contro “lo sporco business del bitcoin, l’alto costo della vita, i licenziamenti di massa, la rielezione presidenziale, le riforme costituzionali regressive, la persecuzione politica dell’opposizione, il licenziamento arbitrario e forzato di giudici e magistrati e l’imposizione illegale di funzionari usurpatori”.

Respinge anche le vessazioni nei confronti dei giornalisti, la mancanza di trasparenza, l’occultamento di informazioni pubbliche, l’abuso di potere, i tentativi di colpo di Stato e la strumentalizzazione delle Forze armate e della Polizia nazionale civile.

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Honduras -Edwin Espinal e Raúl Álvarez sono già liberi


Edwin e Raúl sono già liberi
Assolti da tutte le imputazioni
Managua, 22 settembre (Rel UITA | LINyM) .

La Seconda Sezione Penale del Tribunale di Tegucigalpa ha assolto i detenuti politici Edwin Espinal e Raúl Álvarez e ne ha ordinato la liberazione.
I due attivisti erano stati accusati senza la benché minima prova dei reati di incendio doloso aggravato, detenzione e utilizzo di materiale esplosivo artigianale.

Dopo il loro arresto durante le proteste scoppiate in Honduras in risposta ai gravi brogli elettorali del 2017, Edwin Espinal e Raúl Álvarez furono ingiustamente e illegalmente rinchiusi nel carcere militare di massima sicurezza ‘La Tolva’, dove sono rimasti per 19 mesi.

In più di una occasione, il pool di avvocati incaricato della loro difesa ne ha chiesto il trasferimento in un altro penitenziario, poiché non sussistevano elementi che giustificassero la loro reclusione in un carcere che ospita esclusivamente detenuti di altissima pericolosità.

Gli avvocati difensori hanno anche chiesto che  gli venissero concesse misure alternative al carcere. Nonostante ciò, tutte le richieste sono state sistematicamente respinte.

In quello stesso periodo, in un ambiente di costante repressione dei diritti fondamentali, fu arrestato e rinchiuso nella stessa cella di Edwin e Raúl, il giovane maestro ed ex prigioniero politico Rommel Herrera Portillo, vittima nel maggio 2019 di un ‘falso positivo’ per l’incendio di alcuni pneumatici all’ingresso dell’ambasciata degli Stati Uniti a Tegucigalpa.

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Honduras:Oliva”Abbiamo iniziato a perdere la paura”

Convergenza contro il Continuismo mobilitata a livello nazionale

Managua, 6 settembre (di Giorgio Trucchi | Rel UITA)
Migliaia di persone hanno risposto alle manifestazioni convocate nei giorni scorsi dalla Convergenza contro il Continuismo in vari punti dell’Honduras. Tre le principali rivendicazioni: frenare l’avanzata delle Zone di impiego e sviluppo economico (Zede), difendere la sovranità nazionale ed esigere il rispetto dei diritti umani. Di questa giornata di resistenza abbiamo parlato con Bertha Oliva, coordinatrice del Comitato dei familiari dei detenuti scomparsi in Honduras (Cofadeh).

“È stato un successo. La risposta della popolazione è stata molto buona. Abbiamo iniziato a perdere la paura. Quella stessa paura che ci hanno messo addosso con la pandemia, con la repressione della protesta, con la criminalizzazione di chi difende i diritti e che ci ha paralizzato per più di un anno.

La gente è scesa in strada e ha partecipato. C’erano tanti settori, tanti colori, tanta voglia di riprendersi le piazze, di dimostrare che in Honduras siamo ancora vivi e continuiamo a lottare”, ha detto Oliva.

Le attività si sono svolte nell’ambito della Giornata internazionale delle vittime di sparizioni forzate e della Giornata nazionale dei detenuti scomparsi e sono state promosse dalla Convergenza contro il continuismo, in collaborazione con Cofadeh, Comitato nazionale per la liberazione dei detenuti politici in Honduras, Coalizione contro l’impunità e Rel UITA.

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