Il Papa Francesco e i movimenti popolari

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L’importanza di una approssimazione storica.

Di Joao Pedro Stedile
ALAI-amlatina, 25/06/2015.


Con le sue posizioni e le dichiarazioni riferite alle ingiustizie dell’umanità e il suo posizionamento a favore dei più poveri, dei lavoratori e, in generale, degli esclusi, il Papa Francesco dall’inizio del suo Pontificato ha sorpreso positivamente i militanti dei movimenti popolari di tutto il mondo, per contrasto con i suoi predecessori.
Lo stesso fatto di avere scelto il nome di Francesco, con tutto il carico simbolico che ha la persona di San Francesco d’Assisi, sia per il comportamento delle persone o anche all’interno della Chiesa, rappresenta in se stesso un fatto storico e rivoluzionario. Nessun altro pontefice ha avuto il coraggio di onorare Francesco d’Assisi.

In tutti i problemi su cui si è pronunciato – la guerra in Siria, la fame, la migrazione di africani in Europa, la questione della disoccupazione, le persone senza tetto, ecc. – lo ha sempre fatto con una posizione chiara e decisa; senza timore di segnalare colpevolezze, abbandonando la posizione diplomatica precedente, che giustificava la posizione del Vaticano di essere sempre al fianco dei potenti e degli organismi internazionali.

D’altra parte, fin dal primo momento ha promosso cambiamenti che portano ad un processo di democrazia interna all’interno degli organismi del Vaticano, che si è trasformato in una vera e propria monarchia centralizzata,  nel contempo con coraggio ha stabilito sanzioni contro quei membri della Chiesa che si erano macchiati di atti criminali, che però prima venivano nascosti sotto il tappeto.

Il dialogo con i movimenti popolari.

 Con questi venti di cambiamento, fin dal secondo semestre del 2013 cominciamo  a ricevere segnali del fatto che a lui piacerebbe creare ponti con i movimenti popolari di tutto il mondo. Grazie a dei legami storici con movimenti di lavoratori precari dell’Argentina, attraverso di loro iniziarono i primi dialoghi su come organizzare un raduno mondiale di movimenti popolari.

Alla fine del 2013, in Vaticano, con la partecipazione della Pontificia Accademia delle Scienze e la Commissione di Giustizia e Pace, tenemmo diverse conversazioni per rendere realtà la volontà di Papa Francesco. Realizzammo il primo seminario per dibattere delle diseguaglianze sociali nel mondo. Realizammo un primo seminario per dibattere le ragioni delle diseguaglianze sociali nel mondo, e come le vedevamo dai movimenti popolari.

In seguito, proponemmo e consegnammo un documento elaborato da nove scienziati di tutto il mondo, vincolati alla Via Campesina internazionale, che cerca di spiegare al Papa le ragioni per cui i semi transgenici e gli agrotossici sono un pericolo per l’umanità e per la natura.

In questa sequenza di dialogo permanente, abbiamo realizzato un Incontro Mondiale dei Movimenti Popolari con il Papa Francesco nell’ottobre del 2014. Nella preparazione dell’incontro, per consenso, si stabilì che la rappresentazione doveva essere di movimenti popolari che si organizzano e lottano per risolvere tre problemi fondamentali delle persone: terre per seminare, tetto per vivere e lavoro degno. E’ anche stato esplicitato nelle nostre articolazioni, che avremmo dovuto evitare sia rappresentazioni viziate dai meccanismi internazionali, sia rappresentazioni della chiesa, perchè hanno già altri spazi in cui esprimersi a livello internazionale.

Cosicchè ci siamo incontrati in più di 180 rappresentanti dei movimenti dei lavoratori di tutto il mondo, con una pluralità ampia di credenze religiose, etnie, generi, giovani, orientamenti sessuali e rappresentazioni geografiche, di tutti i continenti. Non c’è stato da parte di Papa Francesco o del Vaticano nessun condizionamento.

L’incontro fu storico. Per la prima volta nella storia del Vaticano, il Papa si è incontrato con i rappresentanti dei movimenti popolari. Ci siamo riuniti nel salone del Sinodo vecchio, utilizzato per secoli solamente da cardinali. Egli stesso ha rivelato che non era mai stato prima in quel luogo. E lì analizzammo i problemi che affrontano i lavoratori e le lavoratrici, le loro cause e le proposte per trovare soluzioni.

Nella sua esposizione il Papa Francesco ha difeso un programma, sintesi di tutta la nostra lotta, nel quale dobbiamo perseverare perchè non ci sia più nell’umanità: nessun contadino senza terra,  nessun lavoratore senza lavoro degno e nessuna famiglia senza una abitazione degna!

Ora ci incontreremo nuovamente a Santa Cruz della Sierra, in  Bolivia (il 9 luglio 2015), in occasione della sua visita a questo paese. La rappresentazione dei movimenti popolari sarà più grande, con circa 1500 compagni e compagne, principalmente dell’America del Sud, con gli stessi obiettivi: riflettere sulla nostra realtà e cercare le vere soluzioni che possano contribuire per costruire una società più egualitaria, giusta e fraterna.

Joao Pedro Stedile  è membro del Coordinamento Nazionale del Movimento Sin Terra – MST – e della Via Campesina Brasile.

*Articolo pubblicato nell’edizione 505 (giugno 2015) della rivista America Latina in Movimento, su Francesco e i movimenti popolari: Terra, tetto e lavoro