Commovente saluto da parte di un intero popolo alla dirigente indigena
vittima di assassinio politico
(…) Questo sabato nessuno è voluto rimanere a casa. Tra slogan e lacrime, migliaia di persone hanno dato un commovente addio alla dirigente indigena Bertha Cáceres, brutalmente assassinata lo scorso 3 marzo. “Bisogna punire gli autori intellettuali e materiali”, “Basta impunità” hanno chiesto a gran voce.
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La Esperanza, 6 marzo (Rel-UITA | LINyM) -. Questo sabato nessuno è voluto rimanere a casa. Tra slogan e lacrime, migliaia di persone hanno dato un commovente addio alla dirigente indigena Bertha Cáceres, brutalmente assassinata lo scorso 3 marzo. “Bisogna punire gli autori intellettuali e materiali”, “Basta impunità” hanno chiesto a gran voce.
C’è molta gente a La Esperanza. Molta. Le strade sono piene zeppe. Nessuno è voluto rimanere a casa. È stato troppo forte il richiamo per dare un ultimo saluto alla combattiva dirigente indigena Bertha Cáceres.
“Per la nostra Bertha, nostra mamma, nostra figlia, la nostra guida”, ripetono quasi all’unisono Olivia, Bertita, Laura e Salvador, figlie e figlio della coordinatrice nazionale del Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras, Copinh, durante un’improvvisata conferenza stampa. Austra Bertha, la madre della leader indigena e altri famigliari li accompagnano.
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