Honduras Hanno ucciso uno spirito indomito

 

Bertha.foto.g.trucchi

Bertha Cáceres lascia in eredità l’impegno deciso e inflessibile a favore dei diritti ancestrali delle popolazioni indigene
“Per tutta la vita sono stata cosciente di quello che mi può succedere continuando con questa lotta, così come sono cosciente che stiamo lottando contro un potere oligarchico, bancario, finanziario e internazionale, oltre che contro lo stesso Stato honduregno e i suoi organi repressivi, che storicamente si sono piegati agli interessi delle grandi imprese multinazionali.
Non mi piegheranno!” (Bertha Cáceres, giugno 2013).
Así estamos
consternados
rabiosos
aunque esta muerte sea
uno de los absurdos previsibles…

Mario Benedetti

Managua, 3 marzo (Rel-UITA | LINyM) -. Nemmeno ricordo quante volte ho intervistato Bertha Cáceres, Bertita come la chiamavamo. E non è facile riassumere una vita di lotta, di impegno inflessibile, in un articolo.Ancor di più dopo poche ore dall’essere stato travolto da una valanga di messaggi, telefonate, comunicati stampa, che mi avvisavano che Bertha fisicamente non è più qui con noi; che Bertha è stata vigliaccamente assassinata all’alba di questo 3 marzo mentre riposava nel suo letto, dopo l’inaugurazione del Foro sulle energie alternative dalla prospettiva delle popolazioni indigene.

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Honduras- Bertha Caceres (Copinh) è stata assassinata.

BerthaSappiamo chi è Stato.
Guardatela. Guardiamola ora. Quel sorriso, quello sguardo. Quella semplicità. Se anche le parole, il linguaggio, non fossero stati deturpati dal mercimonio della viltà e dall’affanno atavico e irrefrenabile di soggiocare colonizzare e sfruttare, potremmo dire che quel sorriso e quello sguardo sono l’essenza stessa dell’onestà. Della giustizia. Della lealtà.:
Verso il proprio popolo e i diritti che gli sono stati sottratti, da più di cinquecento anni a questa parte. Le parole, però, sono state anch’esse derubate del proprio senso e significato. Irregimentate nelle colonne di quotidiani compiacenti e servizievoli verso il tiranno di turno. Che cambia in continuazione, ma rimane sempre lo stesso. Parole infiorettate nel luccichìo di telegiornali morbidi e gommosi come gli spot pubblicitari che gli infiocchettano, acidi e spietati però per chi sale di un’ottava nel coro che intona il te deum alla tirannide. Non è musica, purtroppo, ma la tragicità della Storia, anche quando ha le sembianze della farsa.
Bene; il potere, l’establishment, i poteri forti, il pensiero unico, la dittatura la satrapia o come diamine si vuole chiamare qualsiasi feticcio di Stato che si spaccia per democrazia ha paura di quel sorriso. Lo teme. Dannatamente. Perché portatore sano di sani principi, di partecipazione, di libertà e di liberazione. Anche quando non aspira al sovvertimento dell’ordine costituito.
Lo teme da quando è stato inventato il mondo e da quando s’ingegna per  sottometterlo. Uno sforzo che trascina con sé un incalcolabile costo di sangue innocente. O forse colpevole dell’atroce delitto di vivere lottando e di non  morire invano. E per questo ha paura, perseguita fino all’annientamento chiunque tenti di sabotare questo implacabile meccanismo criminale che si chiama capitalismo. E lo fa con l’unica arma che non sarà mai a corto di munizioni: la verità.

Per questo Bertha Caceres è stata assassinata. Per essere stata una militante della verità.
Che la terra ti sia lieve, compañera, la tua voce è più che viva che mai.
Ora e sempre.  
Massimo Angelilli- Italia-Nicaragua            

In memoria di Fernando Cardenal

Ricordiamo la figura di Fernando Cardenal, prete gesuita nicaraguense, che fu ministro dell’educazione del governo sandinista con alcune immagini della manifestazione di chiusura della Campagna di Alfabetizzazione, tenutasi a Managua il 25 agosto 1980.

cit. ‘La Stampa’ : 

È morto a Managua, Fernando Cardenal, prete del Nicaragua che negli anni ’80 sfidò l’ordine del Vaticano di lasciare il governo rivoluzionario sandinista in cui era ministro dell’istruzione. Aveva 82 anni.
All’epoca affermò, ricorda Bbc online, che avrebbe «commesso un grave peccato» se avesse lasciato il governo sandinista. «Non posso concepire che Dio mi chieda di abbandonare il mio impegno per la gente», disse in un’intervista.

Foro su Energia Alternativa, Intibucá- Honduras

energ.renovable.copinh2-3-4 Marzo 2016

-Fuori dalla logica consumistica, privatizzazione e predatori della vita.
-Dibattito e proposte su Energia Alternativa, Ecologica e Umana
-Per la  Sovranità e Giustizia Ambientale
-Si ai diritti dei popoli indigeni
copinh.org

Il Nicaragua nella top tre delle energie rinnovabili

Analisi: specialisti del settore illustrano gli elementi che hanno favorito il ruolo di spicco del Nicaragua nella produzione di energia pulita.
(Fonte : el nuevo diario)

grafico.edn

Il Nicaragua continua a porsi come esempio di paese produttore di energia elettrica da fonti rinnovabili. Recentemente la fondazione The Climate Reality Project – fondata nel 2006 dall’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Al Gore – ha riconosciuto il paese come una delle tre nazioni, insieme a  Svezia e Costa Rica, che stanno segnando  a livello mondiale la strada da seguire in questo settore, che rappresenta  la modalità principale per ridurre le emissioni di gas serra.

E non è cosa da poco. La produzione di energia rinnovabile è passata dal 27,5% del 2007 al 52% del 2014 e il governo si è dato l’obiettivo di raggiungere il 90% nel 2020 attraverso progetti di investimento pubblici, privati e misti. Solo tra il 2007 e il 2013 i progetti eolici, di biomassa, idroelettrici e solari hanno fornito 180 megawatt aggiuntivi alla rete nazionale di distribuzione elettrica che ogni giorno vede una richiesta di 550 megawatt.

Nel caso dell’energia eolica, i progetti più rappresentativi nel paese sono Amayo I e II ubicati nel dipartimento di Rivas e diretti dal consorzio canadese Amayo S.A., che producono 63 megawatt.

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Evo navigando controvento

evodi Marco Consolo –

Evo Morales non potrà ripresentarsi alle elezioni del 2019.
Domenica 21 febbraio gli elettori boliviani sono stati chiamati a votare su un referendum per una modifica dell’art. 168 della Costituzione (che limita a 2 mandati la rielezione di Presidente e Vice-Presidente). La sua approvazione avrebbe permesso a Evo di ripresentarsi nel 2019. Ma così non è stato.
Con una partecipazione dell’84,45% degli elettori, l’opzione del NO ha vinto per il rotto della cuffia (51%), contro il 49% dei favorevoli alla modifica della Carta Magna.

Gongolano i corifei della restaurazione e del modello neo-liberista che parlano di “fine dell’era Evo” e del “capolinea di Morales”: in primo luogo l’opposizione boliviana, in buona compagnia dei grandi media internazionali (tra cui quelli italiani) e del Dipartimento di Stato. Ma è bene chiarire che il mandato di Evo termina nel gennaio 2020.
Di sicuro, dopo i risultati avversi in Venezuela ed Argentina, la contro-offensiva imperiale nel “cortile di casa” mette a segno un altro punto a suo favore.

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360 anni di carcere per i carnefici di Sepur Zarco

guateGuatemala : Mai più violenza, né tortura, né schiavitù sessuale! Un raggio contro l’impunità

 
Città del Guatemala, 28 febbraio (Rel-UITA | LINyM) -. Il silenzio quasi sepolcrale che regnava nell’affollata sala d’udienza della Corte suprema di giustizia del Guatemala è stato bruscamente interrotto dal forte e interminabile applauso e dalle grida di giubilo.

La giudice Jazmín Barrios aveva appena concluso la lettura della sentenza di condanna contro gli ex militari Esteelmer Francisco Reyes Girón ed Heriberto Valdez Asig, trovati colpevoli di crimini contro l’umanità connessi alla violenza sessuale, schiavitú sessuale e domestica, dell’omicidio della signora Dominga Coc e delle sue due bambine, Anita e Hermelinda, e della sparizione forzata di sette uomini, sposi delle querelanti.

Per queste atrocità gli ex uniformati sono stati rispettivamente condannati a un totale di 120 e 240 anni di prigione, e le pene non sono commutabili.

– Leggi Las mujeres de Sepur Zarco claman justicia

– Ascolta qui la lettura della sentenza

– Ascolta qui la registrazione integrale dell’ultima udienza

– Guarda la galleria di immagini

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La svolta rinnovabile del Nicaragua

3.energia.rinnovabileIn pochi anni ha letteralmente rivoluzionato il paese. Se tutto va bene, entro il 2017 saremo al 75% di energia elettrica da rinnovabili ed entro il 2020 al 90%.

di Maria Rita D’Orsogna gennaio 2016
Il fatto Quotidiano
http://www.ilfattoquotidiano.it/blog/mrdorsogna
Parliamo del Costa Rica e dei suoi meravigliosi traguardi energetici, del suo aspirare al 100% da rinnovabili, e dall’esserci, tutto sommato, riuscita. Ma i successi del piccolo Nicaragua, considerato da dove partiva, non sono da meno. Nel giro di pochi anni hanno completamente cambiato il loro paradigma energetico con le rinnovabili che hanno portato elettricità nelle case dove prima non ce n’era. Siamo adesso al 54% di energia elettrica rinnovabile nel paese.

Il Nicaragua non produce petrolio e tutti gli idrocarburi che ha usato sono stati importati, per la maggior parte dal Venezuela. Ma hanno il sole che picchia, venti forti, vulcani attivi. Dieci anni fa solo il 25% dell’energia usata proveniva da fonti rinnovabili. In più chi aveva accesso alla rete elettrica non aveva fornitura regolare. Le infrastrutture non erano robuste e spesso durante il giorno la corrente andava via. Erano abituati a black-out anche di dodici ore. E questo era paralizzante per tutta l’economia nazionale.

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MEMORIA – 21 febbraio 1934 AUGUSTO CÉSAR SANDINO

21.feb34.sandinoLeader popolare nicaraguense, viene assassinato a tradimento da Somoza.
“Nel 1933, i marines, umiliati, se ne andarono dal Nicaragua.
Se ne andarono, ma rimasero.
Al loro posto, lasciarono Anastasio Somoza e i suoi soldati, allenati dagli invasori per fare i supplenti.
E Sandino, vittorioso nella guerra, fu sconfitto nel tradimento.
Nel 1934 cadde in un’imboscata.
Doveva accadere a tradimento.
“La morte non va presa sul serio”, gli piaceva dire. “E’ solo un momentino di disgusto”.
E passò il tempo, e anche se il suo nome fu proibito, e proibita fu la sua memoria, quarantacinque anni dopo i sandinisti fecero cadere la dittatura del suo assassino e dei figli del suo assassino.
E allora il Nicaragua, paese piccino, paese scalzo, poté commettere l’insolenza di resistere, per dieci anni, all’assalto della maggiore potenza militare del mondo. Quando cadde a partire dal 1979, grazie a quei muscoli segreti che non figurano in nessun trattato di anatomia”.
(Eduardo Galeano).