Venezuela
Un cattivo esempio da cancellare dalla faccia della terra
Il riposizionamento politico e militare degli Usa in America latina e i ‘governi fantoccio’
Managua, 21 febbraio (ALAI | LINyM) -.
L’offensiva imperialista contro il Venezuela ha come scopo quello di porre fine, una volta per tutte, a un modello basato sulla solidarietà, l’indipendenza e l’autodeterminazione dei popoli, e che aspira all’unità e all’integrazione latinoamericana e caraibica. Un modello che, quindi, per sua stessa natura, lede gli interessi degli Stati Uniti, delle oligarchie nazionali e del capitalismo internazionale.
“Impossibile equivocarsi”, assicura lo storico honduregno Edgar Soriano. “La crisi del Venezuela è il risultato di un’ingerenza sfacciata del governo degli Stati Uniti, della destra internazionale e dei poteri corporativi – incluso quelli europei – che si sentono minacciati nei loro interessi da un progetto politico e istituzionale che non prevede solo la ridistribuzione di risorse, ma anche la difesa degli interessi sociali della collettività e la generazione di meccanismi di partecipazione e legittimazione dei cittadini.
Un progetto che cerca di modificare l’ordine costituito e si propone di costruire nuove forme di fare politica, limitando la capacità di intervento di Washington e delle multinazionali negli interessi interni dei paesi. Un progetto, inoltre, che si può esportare e replicare.
Dopo la caduta del Muro di Berlino e le invasioni in Afghanistan e Iraq – continua Soriano -, gli Stati Uniti si sentivano i padroni del mondo, ma le nuove leadership sorte a livello mondiale stanno cambiando gli scenari internazionali, con un crescente multipolarismo e una forte proiezione della cooperazione Sud-Sud.
Malgrado ciò, Washington si ostina a mantenere relazioni di aggressione e l’offensiva contro il governo venezuelano e i suoi alleati è parte di questa logica di controllo del “cortile di casa”.
– In pratica bisogna farla finita con i cattivi esempi
– La proposta del Venezuela è un cattivo esempio sia per il progetto imperialista nordamericano che per la destra latinoamericana perché, come ho detto, coinvolge le persone e offre loro strumenti e capacità per costruire modelli alternativi replicabili in tutto il continente.
L’America latina ha grandi possibilità ed esistono già le condizioni per una maggiore indipendenza dalle potenze imperialiste e dalla multinazionali. Questo è quello che dà loro maggior fastidio. Non sopportano che esista un paese come il Venezuela che dica “abbiamo la nostra moneta e vogliamo ricostruire con altri criteri lo scenario delle relazioni politiche, sociali e commerciali”.
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