CON LA REVOLUCIÓN BOLIVARIANA AHORA MÁS QUE NUNCA
Il Venezuela, suo malgrado, negli ultimi mesi, ha guadagnato la ribalta dei titoli di apertura dei media di tutto il mondo. Una escalation di violenza cha ha lasciato sulle strade più di cinquanta vittime.
Un saldo orribile che ha acceso una morbosità da “cronaca nera” in luogo di un racconto aderente alla realtà. Una narrazione totalmente di parte invece di una informazione corretta. Ma, di quale parte?
È necessario porsi questo interrogativo, alla luce delle nefandezze che sono state riportate sui mezzi d’informazione e trasformate così in verità.
L’attacco sferrato al legittimo governo di Maduro, è stato organizzato pianificato ed eseguito da una destra criminale che non ha mai rinunciato al proprio risentimento per riappropriarsi della guida del paese. Secondo le modalità che le sono da sempre più congeniali: sabotaggio delle basi democratiche, istigazione alla violenza, evocazione di un intervento dall’esterno.
Un golpe in stile classico, in poche parole.
L’appoggio esterno, e per esterno s’intenda l’onnipresente sostegno statunitense, non è mai mancato. Ripercorrendo gli ultimi anni di storia latinoamericana, possiamo constatare come siano cambiate (apparentemente) le forme d’ingerenza, ma la sostanza rimane. Tanto più quando si ha a che fare con la volontà, condivisa e perseguita da diversi paesi di tutta l’area, di costituire un blocco unico nel quale riversare istanze e rivendicazioni che spaziano dalla indipendenza politica alla eguaglianza sociale, passando per la emancipazione economica e la rivalsa culturale.
Tutto questo si può racchiudere nel progetto ALBA.
Un progetto che ha visto il Venezuela sempre come capofila, dai semi gettati da Hugo Chávez per arrivare a Nicolás Maduro, suo legittimo successore.
Il Venezuela ha quindi rappresentato la parte scomoda del sub-continente, quella non disposta a sottoporsi quieta e inerme alla ineluttabilità della dottrina Monroe. Quella che non esita a seguire il percorso segnato da Cuba nel 1959 e consolidato poi dal Nicaragua sandinista del 1979.
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