Diamo Voce all’Honduras

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Argentina…..un anno dopo

“Un bilancio chiaramente negativo”

Intervista con Hugo Yasky dirigente sindacale nazionale Di Sergio Ferrari Buenos Aires, Argentina

Aria di modernernizzazione e rinnovamento per alcuni. Smantellamento dello stato sociale per altri. A pochi giorni dal compimento del primo anniversario dall’arrivo di Mauricio Macrì  alla presidenza, “ il bilancio della sua gestione è chiaramente negativo”, sottolinea Hugo Yasky, segretario generale della Centrale dei Lavoratori dell’Argentina (CTA) in questa sua intervista esclusiva. CTA, con circa 800 mila affiliati (una delle cinque grandi centrali sindacali del paese) promuove l’unità del movimento sindacale e si colloca nell’area dell’ opposizione. La sconfitta elettorale del kircherismo nel 22 novembre 2015 e l’arrivo di Mauricio Macrì al governo il 10 di dicembre dello stesso anno con un programma politico neoliberale, hanno aperto nuove tappe di cambiamento in Latinoamerica. Poco mesi dopo la destituzione di Dilma Rousseff ( Partito dei Lavoratori) in Brasile, si è rafforzata questa  tendenza mettendo fine a più di un decennio di governi progressisti in due dei principali paesi del continente.

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“La violenza contro le popolazioni indigene mi indigna profondamente”

Medelin David (Foto G. Trucchi | Alba Sud)Dopo la liberazione, la giovane dirigente garifuna racconta il suo arresto avvenuto
durante il tentativo di riappropriazione di un terreno comunitario

Tegucigalpa, 2 dicembre (Alba Sud) -. Lo scorso 10 novembre, Medelin David, 28 anni, una giovane leader dell’Organizzazione fraternale nera honduregna, Ofraneh, della comunità garifuna di Guadalupe, è stata fermata da agenti della polizia preventiva e della forza navale, accusata di occupazione abusiva di un terreno e arrestata. Il suo “crimine” è stato quello di aver recuperato, insieme ad altri giovani, un terreno appartenente alla comunità che era stato venduto illegalmente a stranieri per la costruzione di residence turistici.

“Da alcune settimane si era intensificata la presenza di polizia nella zona. Mi trovavo insieme ad alcuni compagni nel terreno recuperato, quando sono arrivate quattro pattuglie piene zeppe di agenti. Sono entrati nel terreno e ci hanno inseguito per catturarci. Ci hanno ammanettato come se fossimo dei delinquenti. Io ho opposto resistenza perché volevo guadagnare un po’ di tempo in attesa che la gente della comunità venisse ad aiutarci”, ricorda Medelin durante un’intervista in esclusiva con Alba Sud.

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FIDEL, UN GIGANTE FATTO POPOLO

TORONTO, ON: Fidel Castro. Photo taken by Boris Spremo/Toronto Star Feb. 1, 1976. (Boris Spremo/Toronto Star via Getty Images)

Credo che il senso di vuoto che ognun* di noi ha provato, nell’apprendere la notizia della morte di Fidel, sia stato al tempo stesso unanime. Come rarissime volte succede nella vita, ci si sente immediatamente legati a milioni e milioni di esseri umani senza bisogno di alcuna alchimia digitale. Si avverte, nitida e profonda, la condivisione di un ineluttabile momento storico. Perché è dalla Storia che bisogna partire, quella che molto spesso condanna, ma qualche volta assolve.

Condannerà, molto probabilmente, la solita valanga di cronaca nefasta e letteratura meschina dei soliti professionisti dello sciacallaggio morale che ora sotto forma di editorialisti commentatori o mezzi busti, ora di pseudo-scrittori embedded perseguitati dalle camorre di mezzo mondo, non perdono tempo a vomitare banalità di comodo e verità di plastica. Non dedicheremo loro quindi più di queste poche righe fin troppo generose. Non ne vale la pena.

Farebbe torto alla grandezza di un personaggio che con la Storia ha stretto un legame che molto difficilmente verrà scalfito. Con la quale si è confrontato anche in termini rudi e duri, ma senza pretenderne la benevolenza. Conquistandola, al contrario, con la forza delle sue idee; per questo ne ha ricevuto l’assoluzione.

Quelle idee, quelle “buone idee che non vanno in giro sole per il mondo”, hanno contribuito a trasformare un continente dalle vene eternamente aperte in una sorgente di dignità. Coloro che lo abbandonarono, quando la tirannide tirava le cuoia, e la cui progenie balla ora una danza macabra nelle strade di Miami, non temevano l’avvento di una sanguinaria dittatura, ma la inevitabile perdita dei propri privilegi. Le fauci capienti del Nord non fecero fatica ad accoglierli e a trasformare gli angeli in demoni e i demoni in cittadini modello. Continua a leggere

Onore a Fidel

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Con grande tristezza abbiamo appreso la notizia della scomparsa del Comandante Fidel Castro Ruiz
A nome dell’ Associazione Italia Nicaragua, vogliamo esprimere le nostre più sentite condoglianze, ai familiari, ai compagni e compagne del Partito Comunista Cubano  e a tutto il popolo cubano.  
Lo ricordiamo con le parole di Eduardo Galeano:
 “E i suoi nemici non dicono che Cuba è uno dei pochi paesi che non compete per la Coppa del Mondo dello Zerbino.

E non dicono che questa rivoluzione, cresciuta nel castigo, è quello che ha potuto essere e non quello che avrebbe voluto essere.
Né dicono che in gran parte il muro tra il desiderio e la realtà si fece sempre più alto e più largo grazie al blocco imperiale, che affogò lo sviluppo della democrazia cubana, obbligò la militarizzazione della società e concesse la burocrazia, che per ogni soluzione tiene un problema, l’alibi per giustificarsi e perpetuarsi.
E non dicono che considerando tutte le afflizioni, considerando le aggressioni esterne e l’arbitrarietà interna, questa isola rassegnata però testardamente allegra ha generato la società latino-americana meno ingiusta.
E i suoi nemici non dicono che questa impresa fu opera del sacrificio del suo popolo, però anche fu opera dell’ostinata volontà e dell’antiquato senso dell’onore di questo cavaliere che sempre combatté per i vinti, come quel suo famoso collega dei campi di Castilla”.
(dal libro Specchi)
“Ora e sempre Fidel”

Milano, 29 novembre 2016

Hasta Siempre Comandante

Dal  libro “ Un Grano de Maís”
fidelDa una conversazione tra il Comandante della Rivoluzione Cubana, Fidel Castro e il Comandante della Rivoluzione Popolare Sandinista Tomas Borge.
Havana,  aprile 1992
(ci scusiamo se non è stato tradotto, un valore aggiunto, in originale)
  

Fidel, qué es , para usted, la democracia?

Mira, Tomás, en muy breves palabras, la democracia, primero que todo, como ya la definió Lincoln  una vez, es el gobierno del pueblo, por el pueblo y para el pueblo.
La democrazia para mí significa que los gobiernos, primero, estén intimamente vinculado con el pueblo, emerjan del pueblo, tenga nel apoyo del pueblo, y se consagren  interamente a trabajar y a luchar por el pueblo y por los intereses del pueblo. Para mí democrazia implica la defensa de todos los derechos de los ciudadanos, entre ellos el derecho a la indipendencia, el derecho a la libertad, el derecho a la dignidad nacional, el derecho al honor; para mì democrazia significa la fraternidad entre los ombres, la igualidad verdadera entre los ombres, la igualdad de oportunidades para todos los ombres, para cada ser humano que nazca, para cada  inteligencia que exista.
Y digo que la democracia burguesa capitalista no estraña ninguno de estos elementos, porque me pregunto comó  se puede  cabla  de democracia en un país donde hay una minoría con inmensas  fortunas y otros que no tienen  nada; cuál es la igualidad, la fraternidad que puede existir entre el pordiosero y el millonario, qué derechos son los que tienen los pobres, los desposeídos, los explotados.
Entonce se trata en el capitalismo de un viejo truco, un viejo cuento, una vieja historia; lo que han hecho es estableser un sistema de dominacion con todos los resortes  de la riqueza, con todos los resortes de la publicidad, con todos los recursos en manos de una clase que mantiene la discriminación, y la exclusión del resto de la sociedad de la verdadera partecipación y la verdadera posibiidad de ejercer sus derechos.
Hasta Siempre Comandante
Associazione Italia-Nicaragua

Investimenti nel turismo che invadono territori e fagocitano diritti ancestrali

Medelin David arrestata per usurpazione di terreno - Foto OfranehGiovani garifuna fermati e arrestati durante il recupero di un terreno che era stato illegalmente usurpato per avviare progetto turistico

 

Guadalupe/Santa Fe, 21 novembre (Alba Sud) -. Medelin David è stata arrestata nel pomeriggio dello scorso 10 novembre insieme ad altri cinque membri della comunità garifuna di Guadalupe, nel municipio di Santa Fe. Era stata fermata con altri giovani della comunità mentre si trovava in un terreno da poco recuperato, portata al commissariato di Trujillo e poi rinchiusa in cella.

Il gruppo di giovani, appartenenti all’Organizzazione fraternale nera honduregna (Ofraneh) di Guadalupe, afferma che nell’ultimo decennio c’è stata una accelerazione del processo di compravendita illegale di terre di proprietà della comunità. In particolare, l’imprenditore canadese Randy Jorgensen è accusato di appropriazione indebita di terreni della comunità, su cui ha poi iniziato a costruire villaggi turistici e residence, usando dei prestanome e corrompendo membri della comunità e funzionari pubblici per ottenere i permessi. Jorgensen è attualmente inquisito per usurpazione e compravendita illegale di terreni appartenenti alla comunità garifuna di Cristales y Río Negro.

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L’Incontro del movimento sociale e popolare honduregno contro il modello estrattivo ha superato le previsioni

mspSi va verso l’organizzazione di un piano strategico nazionale di resistenza e di lotta

Tegucigalpa, 21 novembre (LINyM) -. Dopo tre intense giornate di lavoro si è concluso martedì scorso (15/11) il primo Incontro delle popolazioni e comunità in lotta contro il modello estrattivo, voluto e coordinato dalla Piattaforma del movimento sociale e popolare honduregno, Pmsph.

Più di 700 delegati e delegate di circa 400 comunità di tutto il Paese si sono riuniti a Tegucigalpa per definire strategie di lotta a livello nazionale in difesa dei beni comuni, per dare visibilità agli effetti devastanti del modello estrattivo su territori e popolazioni e per stimolare l’unità, la mobilitazione sociale e la resistenza permanente.

– Gallerie d’immagini UNO e DUE

“Questi progetti -si legge nella Dichiarazione finale dell’Incontro– vengono portati avanti a scapito dei diritti umani, del rispetto della Convenzione 169 dell’Organizzazione internazionale del lavoro, stigmatizzando e criminalizzando le organizzazioni sociali e popolari, dividendo le comunità, perseguitando giudiziariamente gli attivisti, assassinando compagne e compagni che si sono opposti a questo modello che depreda i beni comuni per soddisfare le esigenze del grande capitale, impoverendo le comunità”, denuncia il movimento sociale e popolare honduregno.

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Daniel ha vinto

p-1-elezioniDANIEL HA VINTO, HA VINTO IL POPOLO
(Bollettino Nicarahuc: https://www.itanica.org/itanica/nicahuac/nica138.pdf )          
Una vittoria di popolo, una vittoria del popolo.

La formula presidenziale Daniel Ortega – Rosario Murillo ha sbaragliato quel poco di destra agonizzante rimasta in Nicaragua.
Una percentuale, il 72% del consenso elettorale, che non lascia adito a nessun dubbio. Lascia invece tanto amaro in bocca agli improbabili altri candidati, i quali invece di ragionare e riflettere sulla propria inconsistenza e sulle cause della propria sconfitta, inveiscono contro la frode perpetrata ai loro danni. Secondo loro, ovviamente.

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APPELLO PER EL SALVADOR, A FIANCO DEL POPOLO E DEL GOVERNO

Alle cittadine e ai cittadini italiani,

El Salvador è stato un Paese a lungo governato dalla destra estrema e violenta, sostenuta dall’imperialismo USA: ad essa si è sempre opposto il Frente Farabundo Martí para la Liberación Nacional (FMLN).

Nel 1992 si giunge all’accordo di pace di Chapultepec tra le destre e il FMLN e nel 2009 la sinistra riesce a vincere le elezioni.

Nel 2014, l’ex comandante del FMLN, Salvador Sánchez Cerén, viene eletto presidente de El Salvador.

Dal suo insediamento, il governo del FMLN ha concentrato gli sforzi sulle politiche sociali, sull’alfabetizzazione di massa, sulla costruzione delle garanzie e dei diritti per il popolo salvadoregno, impegnandosi strenuamente nella lotta contro la corruzione dilagante e la delinquenza organizzata.

La destra, sin dall’inizio, si è violentemente opposta a questo nuovo corso democratico e popolare, puntando a smantellare i processi di cambiamento introdotti dal FMLN, ad ostacolare in ogni modo la concretizzazione delle misure governative tendenti a lottare, innanzitutto, contro la grande emarginazione sociale e a riconsegnare al popolo salvadoregno la dignità, il lavoro e le garanzie sociali.

Le destre di El Salvador puntano a fermare il processo rivoluzionario e popolare in atto contrapponendo al governo legittimo guidato dal FMLN  altri pezzi dello Stato e oggi  le politiche di trasformazione sociale rischiano di arenarsi di fronte alla vera e propria   “dittatura giudiziaria” in atto, tendente a screditare il governo legittimo e spingere al fallimento il progetto politico del FMLN.

Per raggiungere tali obbiettivi, il Partito Arena – erede di Duarte e dei suoi “squadroni della morte” e oggi a capo delle destre reazionarie –  punta a costruire un vasto caos sociale, come già accaduto e accade in altri paesi dell’America Latina, spingendo in piazza, contro il governo, sia i sindacati “gialli” che la vasta criminalità organizzata, sempre  a fianco delle destre per ragioni di profitto e impunità.

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