Intervista a Tomás Gómez, coordinatore provvisorio del Copin
La Esperanza/Intibucá, 12 settembre (Rel-UITA | LINyM) -. Lo scorso 2 settembre, in diverse città nel mondo, sono risuonate nuovamente voci di protesta contro il silenzio complice delle autorità honduregne e il velo di impunità che, a distanza di sei mesi, copre il brutale assassinio della dirigente indigena Berta Cáceres Flores.
A La Esperanza, Intibucá, centinaia di indigeni Lenca convocati dal Copinh (Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras ) si sono mobilitati insieme ai familiari della militante uccisa e a membri della popolazione garifuna legati alla Ofraneh (Organizzazione fraterna negra honduregna). Hanno chiesto giustizia per Berta Cáceres, che si catturino e puniscano i responsabili materiali e i mandanti del crimine e che cessi d’immediato la criminalizzazione della lotta contro il modello estrattivista e il saccheggio dei beni comuni.
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