Argentina: il tango a destra

mauricio macridi Marco Consolo

Festeggia la destra argentina e quella continentale. Con una differenza di meno del 3% e uno stretto margine di 700.000 voti, al ballottaggio vince il suo candidato, Mauricio Macri, il “Berlusconi argentino”, che ha battuto Daniel Scioli, il candidato del Frente para la Victoria che in certo modo rappresentava il continuismo (51.6 % a Macri, 48,3 % a Scioli, 22 % di astensionismo). L’insediamento di Macri è previsto per il 10 dicembre. E’ la prima volta dal 1998, anno in cui Hugo Chavez vinse le elezioni in Venezuela, che le urne riconsegnano alla destra il governo di un Paese che stava cercando un’alternativa.

Fattore decisivo della vittoria è stato il voto del peronismo conservatore, che al primo turno aveva votato per Sergio Massa, piazzatosi terzo. Fiutata l’aria, Massa aveva chiesto un segnale di “cambiamento”, implicitamente garantendo il suo appoggio “critico” alla destra di Macri che è riuscito a sommare i voti di una parte importante dell’elettorato conservatore del peronismo. Massa oggi mette a disposizione gli eletti nelle diverse Province ed i suoi voti in Parlamento.
Nel risultato ha giocato anche l’appoggio alla destra da parte dei “socialdemocratici” dell’Unión Cívica Radical, passati armi e bagagli con la destra sin dal primo turno.

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Cuba responsabilizza gli Usa per crisi migratoria in Centroamerica

cubaricaCittadini cubani ancora bloccati sul confine tra Nicaragua e Costa Rica

Managua, 19 novembre (LINyM) -. Il governo di Cuba ha emesso ieri un comunicato nel quale accusa gli Stati Uniti per la grave crisi migratoria che coinvolge migliaia di cittadini cubani, bloccati sul confine tra il Costa Rica e il Nicaragua.

In modo particolare, punta l’indice contro le politiche migratorie statunitensi, come la Legge de Ajuste Cubano e la politica “piedi asciutti, piedi bagnati”, che di fatto incentivano l’emigrazione illegale di cubani verso il territorio nordamericano, garantendo loro l’immediata concessione della residenza.

Non importa come arrivino e se per farlo devono percorrere migliaia di chilometri in balia delle reti criminali del traffico di migranti, come sta accadendo a circa duemila cubani che sono partiti dall’Ecuador, hanno attraversato la Colombia e Panama, e che ora sono bloccati sul confine tra i due paesi centroamericani.

Una situazione che ha fatto lievitare nuovamente le tensioni tra le due nazioni, che proprio in questo momento (giovedí) stanno discutendo il tema all’interno della Commissione di sicurezza del Sistema d’integrazione centroamericano, Sica, per ora senza risultati tangibili.

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Cresce nuovamente la tensione tra Nicaragua e Costa Rica

cubani

Migliaia di cittadini cubani bloccati sul confine delle due nazioni centroamericane

Managua, 18 novembre (LINyM) -. Ai conflitti di frontiera esplosi negli ultimi anni, prima per il dragaggio del fiume San Juan -che delimita il confine dei due Stati-, poi per il riconoscimento della sovranitá sulla piccola isola fluviale di Habour Head, si aggiunge ora un nuovo elemento di tensione che mette a dura prova le relazioni diplomatiche tra le due nazioni centroamericane.

Da alcuni giorni, infatti, circa duemila cittadini cubani, la maggior parte dei quali senza documenti, si sono assiepati alla frontiera terrestre nicaraguense di Peñas Blancas e chiedono di poter entrare in Nicaragua per proseguire la loro marcia verso gli Stati Uniti.

Difficile capire come ci siano arrivati in Costa Rica. Secondo vari fonti, scartata oramai l’ipotesi “gommoni” per percorrere le poche decine di miglia nautiche che separano Cuba dalla Florida e considerando la freddezza nordamericana nei confronti di nuovi arrivi in questa fase di aperture diplomatiche tra i due Paesi, la “via fuga” sembra sia diventata quella terrestre.

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COP21, CASA COMUNE E AMAZZONIA

cop21-label_reduit Osvaldo Leon e Sally Burch, giornalisti di ALAI

ALAI  America Latina, 25 ottobre 2015*

Dal 30 novembre all’11 dicembre Parigi farà da sfondo alla  21esima Conferenza delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (COP21), che cade in un momento cruciale, sebbene con prospettive poco promettenti. Questo evidenzia  la bozza del testo di negoziazione presentata dai due copresidenti della Conferenza. Secondo le critiche,  sembra più un documento  per la  negoziazione  di opportunità  economiche che per il clima (1), e che neanche include nelle negoziazioni gli obiettivi nazionali relativi alle emissioni post 2020.

Dopo 20 anni dall’inizio della Convenzione sul Clima –  il cui obiettivo  principale è la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra affinché si mantengano sotto la soglia di incremento massimo di temperatura  di  +2°C – non solo i progressi registrati sono minimi, ma vi sono addirittura segni di retrocessione,  come nel caso della discussione sopra le “responsabilità comuni, però differenziate”;  un tema chiave che ultimamente ha registrato attacchi sistematici da parte dei paesi  del Nord.

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Missione internazionale presenta rapporto sul diritto all’alimentazione in Guatemala

missioneDAAModello estrattivista contrario alla visione di sviluppo di comunità indigene e contadine

Città del Guatemala, 28 ottobre (Missione DAA | Rel-UITA | LINyM) -. In Guatemala i livelli di povertà e denutrizione continuano a essere altissimi e le politiche governative per ridurre questi indici non passano dall’assistenzialismo, preferendo garantire alle grandi multinazionali dell’agroindustria e ai latifondisti locali tutti i mezzi e le risorse necessarie per continuare indisturbati a fare i loro affari. Chi si oppone, si organizza e protesta viene criminalizzato e represso.

È questa la sintesi del rapporto finale presentato la scorsa settimana dalla terza missione internazionale sul diritto a un’alimentazione adeguata e alla nutrizione in Guatemala1, proprio pochi giorni prima del ballottaggio per le elezioni presidenziali stravinte dal commediante ultrareligioso Jimmy Morales del Fronte di convergenza nazionale, FCN-Nación, partito creato e finanziato dai militari.

1 Alla missione internazionale hanno partecipato la ACT Alliance, il Coordinamento delle Agenzie Cattoliche per lo Sviluppo (CIDSE), l’Iniziativa di Copenhagen per l’America Centrale e il Messico (CIFCA), FIAN Internazionale, la Regionale Latinoamericana dell’Unione internazionale delle associazioni di lavoratori nei settori alimentazione, agricoltura, alberghi, ristoranti, catering, tabacco ed affini (Rel-UITA), La Via Campesina

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Argentina al ballottaggio

argentinadi Marco Consolo.

Le elezioni argentine di domenica scorsa consegnano uno scenario elettorale incerto e lontano dalle aspettative.
Come si sa, 32 milioni di Argentini erano chiamati ad eleggere il Presidente dei prossimi 4 anni, la metà della Camera dei Deputati (130 seggi), un terzo del Senato (24 seggi), i 43 parlamentari del Parlamento del Mercosur (Parlasur) e diversi governatori. Con un’alta affluenza elettorale (quasi il 79 %), sono le ottave elezioni presidenziali senza interruzioni golpiste e le prime post-dittatura dove si va al ballottaggio.
In base alla legge, nel caso che nessun candidato superi il 45% dei voti o il 40% con una differenza di più di dieci punti con il secondo, si va al ballottaggio il 22 novembre. Ed è questo lo scenario che si è presentato alla fine dello spoglio dei voti.

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José Isabel Morales “Chabelo” libero dopo quasi 7 anni di ingiusta prigionia

JIMorales

Vengono a galla le menzogne, le manipolazioni e le violazioni al giusto processo

Managua, 23 ottobre (Agenzie | LINyM) -. Il 21 ottobre, dopo essere rimasto 6 anni, 9 mesi e 7 giorni in carcere per un delitto mai commesso, il dirigente contadino e prigioniero politico José Isabel Morales, conosciuto come Chabelo, è stato assolto in via definitiva dalle accuse imputategli.

Chabelo, 38 anni, fa parte del Movimento campesino dell’Aguan, Mca, della comunità Guadalupe Carney. Fu arrestato il 17 ottobre 2008 e condannato a 20 anni di carcere durante i primi due gradi di giudizio. Le sentenze furono poi dichiarate nulle dalla Corte Suprema di Giustizia dopo avere riscontrato flagranti violazioni al giusto processo.

Il nuovo processo, il terzo, è quindi iniziato lo scorso 28 settembre e avrebbe dovuto concludersi il 9 novembre prossimo. Tuttavia, la mancata presenza dell’accusa entro i tempi stabiliti dalla legge ha indotto i giudici della Corte di Cassazione di Trujillo ad assolvere Morales in via definitiva per mancanza di prove.

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DIALOGHI DELL’AVANA ED ACCORDO SULLA GIURISDIZIONE DI PACE: ALCUNI STRUMENTI DI ANALISI E COMPRENSIONE

colofarcPer comprendere il significato e la portata dell’accordo recente tra le FARC-EP ed il governo colombiano, occorre ricapitolare succintamente i fattori principali che hanno fatto sì che i Dialoghi dell’Avana si mettessero in moto.

In primo luogo, la verificata impossibilità delle forze imperialiste e degli apparati repressivi e di guerra del regime colombiano di schiacciare militarmente la resistenza guerrigliera,

con l’implicito riconoscimento del fallimento del Plan Colombia/Plan Patriota e l’insostenibilità del mantenimento, a medio termine, di una spesa militare che negli ultimi anni ha raggiunto addirittura il 6% del PIL.

In seconda istanza, l’accumulato degli ultimi 15 anni in America Latina, dove diversi processi, alcuni di carattere marcatamente antimperialista ed altri democratico-progressisti, hanno oggettivamente scardinato l’egemonia pressoché assoluta di Washington nel continente, cristallizzandosi in organizzazioni quali l’ALBA, UNASUR e CELAC; processo a cui contribuisce, in questa fase, una maggior presenza, soprattutto economica, di grandi potenze quali Russia e Cina.

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Crisi deIla libertà d’espressione in Honduras

anaortega“Vogliono mettere a tacere chi la pensa in modo diverso”

Tegucigalpa, 12 ottobre (LINyM) -. Esattamente quattro anni fa, con le ferite profonde del colpo di Stato ancora ben aperte, l’allora relatore per la libertà d’espressione delle Nazioni unite Frank La Rue, esprimeva tutta la sua preoccupazione per “l’allarmante deterioramento della libertà di espressione e dei diritti umani” in Honduras.

Ana Ortega, presidente della giunta direttiva del Comitato per la Libertà di Espressione (C-Libre), conferma a LINyM che la situazione non solamente non è cambiata, ma che il paese sta sprofondando in una crisi senza precedenti.

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Sensibile diminuzione degli indici di povertà in Nicaragua

inidePiù del 70 per cento delle famiglie al di sopra della soglia

Managua, 8 ottobre (Radio La Primerísima | LINyM) -. L’ultimo rapporto sulla povertà in Nicaragua ha evidenziato una forte riduzione della povertà generale e di quella estrema durante il periodo 2009-2014. Lo studio è stato realizzato dall’Istituto nazionale d’informazione sullo sviluppo, Inide, con l’appoggio tecnico della Banca centrale del Nicaragua e della Banca mondiale.

Secondo i dati presentati lo scorso 6 ottobre, la povertà generale a livello nazionale è scesa dal 42,5 al 29,6 per cento, con una riduzione di quasi il 13 per cento. Il dato disgregato segnala che nell’area urbana la povertà generale è passata dal 26,6 al 14,8 per cento, mentre nella zona rurale dal 63,3 al 50,1 per cento. 

Sensibile ribasso anche della povertà estrema che è diminuita dal 14,6 all’8,3 per cento a livello nazionale. Ridotta di oltre la metà nell’area urbana (dal 5,6 al 2,4 per cento) e dal 26,8 al 16,3 per cento in quella rurale.

Risultati dell’Inchiesta  

Commenti tecnici sullo studio  

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