Adriano caro,
Non ho avuto tempo e modo di conoscerti personalmente meglio. I nostri incontri si contano sulle dita della mano, sinistra, come sempre chiusa a pugno. Ma ti conosco attraverso i racconti dei compagni del collettivo Leonel Rugama di Roma. In quelle storie e negli sguardi di chi le raccontava, traspariva tutto l’ amore, il rispetto, la stima profonda che solo un uomo “precioso” può meritare. E così sei diventato “compagno” anche per me. Perché chi è compagno dei miei compagni, è necessariamente mio compagno.
Credere nei propri compagni…è molto simile a credere in Dio, ma con la fondamentale differenza della scelta. Io scelgo i miei Dei; así que yo tengo mi Pachamama, tengo el dios de las palabras, lo de los discursos, el dios de los trabajadores, lo de la mesa, Ia diosa de las sonrisas, el dios y la diosa de las computadoras, tengo también el dios de los discursos prolijos, que es el mismo de la ternura. Yo tengo el dios de la amistad, la diosa del amor y el jefe de los dioses y diosas. Y todos esos yo los llamo compañeras y compañeros. I compagni bisogna volerli, cercarli e se si è molto fortunati, trovarli. Io questa fortuna l’ho avuta e devo ringraziarti, Adriano, perché ho capito che è anche merito tuo se questo meraviglioso gruppo di cialtroni è potuto diventare un collettivo di uomini e donne “precios*s”. E se esiste un Luogo dei Giusti, salutaci Augusto, Ernesto, Fidel, Hugo, Josè, Salvador, Enrico, Stefano e tutti coloro che hanno segnato e segnano il nostro cammino. Dì loro che molto probabilmente usciremo sconfitti, ma che solo grazie alle grandi Storie che gli Sconfitti incidono ogni giorno sulla propria pelle, la ruota della semplice storia dei vincitori sigue caminando. Hasta siempre, compa Adriano.
Mattia Roma
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