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CONTINUA LA RACCOLTA FIRME DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIIA-CUBA, CONTRO IL CRIMINALE BLOCCO DEGLI STATI UNITI CONTRO L’ISOLA. NEL MESE DI MAGGIO CUBA PRESENTERA’ UNA RISOLUZIONE DI CONDANNA  ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELLE NAZIONI UNITE….

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Fermiamo il piano criminale di Netanyahu

 

 

 

 

 

 

Fermiamo il piano criminale di Netanyahu

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La fragilità della globalizzazione-Il virus che fa starnutire l’intero pianeta.

 

La fragilità della globalizzazione
Il virus che fa starnutire l’intero pianeta.
50 miliardi di dollari di perdite nell’economia mondiale. 

Sergio Ferrari, (ONU) Ginebra, Svizzera

Ciò che poche settimane fa sembrava inimmaginabile,
è stato trasformato in realtà quotidiana. Interi popoli in quarantena. Grandi eventi artistici e sportivi cancellati. Rinviate le assemblee internazionali. Uomini e donne che cambiano l’abitudine di stringere la mano o di salutarsi con i baci. Non è un romanzo futuristico di fantascienza, ma la realtà di milioni di persone in diversi continenti, dove COVID-19, noto anche come “coronavirus”, provoca il caos.Le cifre continuano ad aumentare. 100 mila casi confermati alla fine della prima settimana di marzo, di cui 80 mila, almeno, in Cina, con 3.000 morti.

Il virus è già presente in 91 paesi, inclusi cinque nuovi nelle ultime 48 ore: Gibilterra, Ungheria, Slovenia, Palestina e Bosnia Erzegovina

Quasi 300 milioni di studenti provenienti da 22 paesi non sono in grado di frequentare le lezioni, secondo le recenti statistiche ufficiali dell’UNESCO, e ricorda che due settimane fa, nella sola Cina, gli istituti erano stati chiusi. Il virus attacca e l’economia si blocca. L’impatto sulla Cina con una contrazione del 2% nella produzione manifatturiera continua come le onde nell’oceano

La Conferenza delle Nazioni Unite per il commercio e lo sviluppo (UNCTAD) valuta che nell’ultimo mese la malattia ha causato perdite stimate di 50 miliardi di dollari all’economia mondiale..
E se la Cina, una delle locomotive economiche del mondo, starnutisce – con la produzione al suo livello più basso dal 2004 a seguito dell’epidemia – diventa un’influenza globale sicura, con conseguenze planetarie immediate.

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Honduras Quattro anni con Berta

Honduras-Quattro anni con Berta
Copinh commemora “semina” della leader indigena e la sua rinascita nella lotta dei popoli
La Esperanza, 6 marzo (Rel UITA | LINyM) -.

Con il motto “Aguas libres, Pueblos libres” (Acque libere, Popoli liberi)  il 2 e 3 marzo il Consiglio civico delle organizzazioni popolari e indigene dell’Honduras (Copinh) ha commemorato il quarto anniversario dell’omicidio della sua cofondatrice Berta Cáceres.

Molte famiglie -tanti i giovani- sono partite all’alba dai loro villaggi e comunità e hanno raggiunto il Centro Utopia, alla periferia della città di La Esperanza, non solo per ricordare Berta, la cui vita è stata brutalmente troncata da interessi meschini, ma anche per continuare a chiedere verità e giustizia ed essere promotrici di speranza.

Presenti anche molte organizzazioni, sia nazionali che internazionali, solidali con la ‘causa Berta’, che in questi anni non hanno mai fatto mancare il loro sostegno alla famiglia della dirigente indigena e al Copinh.

VIDEO intervista  Bertha Zúniga Cáceres

Galleria fotografica ¡Aguas libres, Pueblos libres!

Numerose le attività programmate, tra cui tre dibattiti sulla situazione del processo contro i responsabili dell’omicidio di Berta Cáceres, l’offensiva per la privatizzazione dei beni comuni, in particolare le concessioni delle acque dei fiumi, e sulle lotte che si stanno portando avanti a livello nazionale in difesa dell’acqua bene comune.

È stata inoltre organizzata dal Copinh, dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani in Honduras (UNHCHR), dalla Fondazione Friedrich Ebert (FES) e dalla Rel UITA una mostra fotografica che ripropone le varie dimensioni della vita e dell’agire della dirigente indigena lenca.

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Buon Viaggio Dino

Volontario e sandinista da sempre  la pace. la solidarietà e l’autodeterminazione.

Il compagno e amico Dino Verderio ci ha lasciati.
La nostra Associazione è profondamente addolorata per la sua improvvisa despedida senza più ritorno.
Per noi era Dinetto, un piccolo grande uomo con un immenso valore umano e solidale, impegnato da oltre 30 anni nella solidarietà con il Nicaragua,  quella vera e concreta, non fatta di sole parole.
Dino  però le parole sapeva usarle , giornalista e militante è stato un punto di riferimento importante sia per sue analisi politiche sull’America Latina, ma soprattutto sul Nicaragua. Con Dino e Gloria, e “La Comune di Carugate Luigi Bottasini Onlus” di cui fanno parte, c’è sempre stata una buona intesa e collaborazione,  sia per i progetti che per le brigate di lavoro. Dino ha conquistato un posto nel cuore di molti in Italia e in Nicaragua e la sua scomparsa è una perdita che non potrà essere colmata da nessuno.
Citando Silvio Rodriguez che si rifa’ a Bertold Brecht, “Hay  hombres que luchan un dìa y son buenos, hay otros que luchan un año y son muy buenos, hay hombres que luchan toda la vida, estos son los imprescindibles” Dino era un imprescindible.
Al nostro Dinetto diciamo ancora buon viaggio. Hasta Siempre.

Associazione Italia Nicaragua Milano

Angela Federica Giuliana

 

Honduras “Me ne vado, ma non rinuncerò mai alla lotta”

Honduras“Me ne vado, ma non rinuncerò mai alla lotta”
Dirigente sindacale abbandona il Paese dopo essere miracolosamente sopravvissuto a un attentato

Tegucigalpa, 19 febbraio (Rel UITA | LINyM) –
Il 30 gennaio scorso, Jaime Rodríguez, ex presidente del Sindacato dei professori d’istruzione secondaria dell’Honduras (Copemh) e attivista sociale, ha lasciato il Paese dopo essere sopravvissuto a un grave attentato.

Il 28 ottobre, Rodríguez fu sequestrato da sconosciuti mentre aspettava l’autobus a una fermata nella capitale Tegucigalpa. Fu l’inizio di un calvario che durò più di 24 ore.

“Erano quasi le 20 quando mi si sono avvicinate due persone armate. Una di loro mi ha colpito alla testa con la pistola e mi ha trascinato verso un auto. MI hanno obbligato a salire e sono partiti. Mi hanno bendato e dopo un po’ siamo arrivati a una casa. Siamo entrati, mi hanno portato via tutto quello che avevo e mi hanno legato a una sedia
Rompi sempre i coglioni.
Adesso ti facciamo vedere noi come si rompono davvero i coglioni!
 “Poi hanno iniziato a picchiarmi e a dirmi che mi avrebbero ucciso “, ricorda il dirigente sindacale.
Rodriguez, che ha partecipato attivamente alla resistenza contro il colpo di stato del 2009 e a diverse lotte sociali nell’ultimo decennio, ha detto che durante tutta la notte i suoi carnefici gli tiravano acqua gelata per tenerlo sveglio.

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Honduras/La causa di Berta

La causa di Berta:
-organizzazioni esigono cattura dei mandanti
-otre 1000 firme per chiedere giustizia
Tegucigalpa, 7 febbraio (Rel UITA | LINyM) –
Il 3 febbraio scorso, a meno di un mese dal quarto anniversario del vile assassinio della leader indigena Berta Cáceres, organizzazioni nazionali ed internazionali, accompagnate dal Consiglio civico di organizzazioni popolari ed indigene dell’Honduras (Copinh), hanno consegnato alla Procura un documento nel quale si richiede allo Stato dell’Honduras “di procedere nell’investigazione, sentenza e punizione degli autori intellettuali” del crimine, iniziando dall’ex direttore dell’azienda Desarrollos Energéticos S.A. (DESA), ed ex membro dell’apparato d’intelligence delle Forze Armate, David Castillo. 

La sentenza di condanna del 2 dicembre contro i sette autori materiali dell’assassinio, con pene comprese tra i 30 e i 50 anni di carcere, non è sufficiente, assicurano le organizzazioni solidali col Copinh ed i parenti di Berta Cáceres (leggi qui i dettagli sulla sentenza) .  

Lo stesso tribunale ha confermato che “la resistenza del popolo Lenca, del Copinh e di Berta Cáceres in difesa del fiume Gualcarque è l’elemento scatenante della pianificazione dell’assassinio della signora Caceres, il tutto con il consenso dei dirigenti di DESA”. 

Più di 500 organizzazioni e oltre 450 persone hanno firmato il documento ed espresso la loro preoccupazione dinanzi alla “mancanza di azione (penale) contro la totalità dei mandanti del crimine, che attualmente permangono nell’impunità”.

Hanno anche esortato lo Stato dell’Honduras a revocare la concessione sulle acque del fiume Gualcarque, processo viziato fin dall’inizio dalle irregolarità commesse al momento di accordare la licenza ambientale e la concessione stessa. 

Il Copinh esige risposte

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Honduras: Sentenza Berta Cáceres

Sentenza Berta Cáceres, un primo passo sulla strada della giustizia
Condanne tra i 30 e i 50 anni per gli autori materiali

Tegucigalpa, 3 dicembre (LINyM) -.

Il 2 dicembre, trascorsi esattamente 45 mesi dall’assassinio  della dirigente indigena di etnia lenca Berta Cáceres, il Tribunale di prima istanza ha disposto condanne dai 30 ai 50 anni di carcere per gli autori materiali del crimine. Un primo passo sulla strada, ancora molto lunga, della giustizia.

I sette accusati erano stati dichiarati colpevoli il 29 novembre 2018, ma i giudici ci hanno messo un anno esatto a depositare la sentenza scritta con le relative pene. Un ritardo ingiustificabile che ha causato scompiglio e preoccupazione ai familiari della Cáceres, nonché insicurezza giuridica e un inaccettabile ritardo nelle indagini sui mandanti dell’omicidio.

I giudici hanno condannato Sergio Rodríguez, direttore ambientale dell’azienda Desarrollos Energéticos SA, Desa, e Douglas Bustillo, ex sergente dell’esercito ed ex vice responsabile della sicurezza di Desa, a 30 anni e 6 mesi di prigione. Per Mariano Díaz, maggiore delle Forze armate honduregne, la pena è stata di 30 anni.

Nel caso degli altri quattro imputati, alla pena per l’assassinio di Berta Cáceres si aggiunge quella per il tentato omicidio di Gustavo Castro, l’ecologista messicano sopravvissuto all’attacco mortale e unico testimone del crimine. Henry Hernández, anch’egli ex militare, Edilson Duarte, Elvin Rápalo e Oscar Torres, sono stati condannati a 50 anni e 4 mesi di prigione.

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Solidarietà  dalla Svizzera con América Latina in resistenza

Manifestazione a Berna

Solidarietà  dalla Svizzera con América Latina in resistenza
Sabato 30 novembre 2019
Foto di Sergio Ferrari,  Berna
“Contro le ingerenze”
“Per la sovranità e pace”

“In America Latina, si respira lotta”, sono stati alcuni degli slogan evocati sabato 30 novembre da numerosi residenti latinoamericani e della solidarietà svizzera.

Hanno  partecipato alla manifestazione  bernese convocata da ALBA Svizzera:  Asociación Suiza-Cuba; La-os Argentina-os para la Victoria, provincia 25; el Colectivo de chilenos del Ticino y sus compatriotas Residentes en Ginebra; el Comité Bolivariano de Suiza; representantes de la Revolución Ciudadana del Ecuador; diversos comités de Solidaridad con Nicaragua y El Salvador; varias organizaciones de colombianos solidarios (entre los cuales Asolatino, AIPAZCOMUN etc. ); el movimiento por  Bolivia me mueEVO; el Comité Lula Libre; la Defensoría Internacional por el Derecho de los Pueblos (DIDEPU) y el Partido Suizo del Trabajo (POP), tra gli altri.

Comunicato Stampa

(https://drive.google.com/file/d/1LOfotFrm7CBSxRj7_VPbInxNEBH1JAy9/view)