Caro Adriano ti scrivo,
ma non c’è verso di distrarsi, nemmeno un po’.
E, d’altra parte, come potremmo in questa epoca funesta
in questo complicato tempo intrappolato nella peggiore delle meschinità umane:
la guerra.
Non una, ma tante troppe e disseminate dappertutto anche dove non se ne sente
l’effetto immediato nelle nostre nevrotiche e frenetiche fortezze d’occidente
Dove non arriva il mortifero rimbombo dei cacciabombardieri o il funereo impercettibile ronzio di un drone killer tra le linee nemiche
di una scuola un ospedale una tendopoli diventati target militari
per insaziabile sete di odio o in fila per nutrire la speranza e ingannare la fame
Quale oscena e tragica grammatica abbiamo dovuto imparare
per coniugare la immutabilità delle macerie con la modernità della barbarie
Con te abbiamo condiviso il duro dolce cammino della Solidarietà
abbiamo conosciuto il volto triste e gioioso di un popolo
che da un angolo di mondo ha insegnato al mondo la Dignità
E tu quella dignità ce l’hai restituita con una vida vertical
con l’esempio di una operosità ostinata e autentica
sorretta e nutrita solo da una idea dura a morire
da quella vecchia inossidabile idea di uguaglianza pace e diritti
Con te abbiamo parlato di illusioni e abbiamo sognato un futuro
senza fare sconti alla realtà o sfidando il destino
Che tanto per non smentirsi ti ha portato via troppo presto
ma lo è sempre e comunque quando si presenta l’assenza
E allora ci ritroviamo ancora qui, con gli occhi lucidi e i pugni chiusi
a ritrovare un senso a ciò che forse non è altro che Resistenza
con le parole di un canto antico che forse non è altro che un grido di Pace.
Caro Adriano ti scrivo,
per ricordarci che non ti dimentichiamo mai.
“Non dimentichiamo neanche il Cesare Ciacci, Dino Verderio e Maria Ciocchetti da 4 mesi volata via sopra le nuvole”.
Sanino Vive!
Massimo, Angela, Toni, Federica, Giuliana, Giorgio, Sergio, Marcello, Giancarlo, Katia, Silvia, Serena e Mattia.
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