19 luglio

Quarantasei anni fa, quando le colonne guerrigliere dell’FSLN entrarono a Managua, il mondo era diviso in due. Da una parte, l’Occidente egemonizzato dagli Stati Uniti; dall’altra, la sfera di influenza dell’Unione Sovietica. Un (falso) equilibrio che sarebbe poi drammaticamente saltato nei primi anni 90.
Con le conseguenze che ancora oggi stiamo scontando. In ogni modo, immaginare nel 1979 una rivoluzione nel “cortile di casa” di Washington, dopo l’anomalia della Cuba di Fidel Castro e del Che, sfuggiva qualsiasi calcolo di fredda geopolitica. Il Nicaragua Sandinista fu invece una splendida sorpresa. Se di sorpresa si può parlare per una lotta di liberazione, lunga quasi un secolo, da una tirannia sanguinaria e liberticida come quella dei Somoza.
Eppure, nonostante questo mondo sia radicalmente cambiato, quella Rivoluzione ci riguarda ancora; ci insegna ancora che Davide può sconfiggere Golia, che gli ideali di giustizia uguaglianza e autodeterminazione sono impolverati ma non sepolti. Imperialismo guerra e sopraffazione viaggiano indisturbati sulle strade di questo maltrattato pianeta.
La memoria viva serve a sconfiggere la cultura di morte che assilla il nostro tempo e le nostre esistenze, e per questo en Nicaragua y en el mundo siempre será 19 de Julio.

Sandino Vive!

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